Chuck hated an endless amount of things

NC-17 | Hercules Hansen/Chuck Hansen

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    Titolo: Chuck hated an endless amount of things
    Fandom: Pacific Rim
    Personaggi: Chuck Hansen, Hercules Hansen
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Oneshot, Slash, Dirty Talking, Daddy!Kink, Incest
    Conteggio Parole: 770
    Prompt: Chuck Hansen/Herc Hansen, Daddy!Kink
    Note: 1. Scritta per il p0rnfest #7.
    2. Dedicata al mio amore che li shippa tantissimo >w<
    3. Non betata ç_ç<3




    Chuck odiava una quantità infinita di cose.
    Odiava quando Sasha Kaidanovsky lo trattava come un moccioso pizzicandogli le guance - ed aveva pure paura di reagire vista la mole del marito. Odiava essere battuto a basket dai Wei Triplets - spuntavano da ogni fottuta parte quei tre!
    Odiava anche vedere Max giocare con Rah-qualcosa - il suo cane era un traditore! - e odiava inoltre il fatto che Mako avesse scoperto della sua adolescenziale fase da ‘Gipsy Danger Fan’.
    Ma più di ogni altra cosa, Chuck detestava quei momenti in cui suo padre decideva di stuzzicarlo, interrompendo una di quelle che poteva benissimo essere definita la miglior scopata della sua vita.
    Sicuramente Herc trovava divertente riuscire a portarlo al limite - forse era una sorta di vendetta per come lo trattava davanti a tutto lo Shatterdome -, ma di certo il ragazzo era ben lontano dal considerare ‘divertente’ il non potersi muovere… sentire il sesso di suo padre immobile dentro di lui e le dita strette con fermezza sui suoi fianchi.
    Erano forti e ruvide. Sicure e familiari.
    Adorava le mani di suo padre, tranne quando lo tenevano bloccato in quel modo e gli impedivano di continuare a farsi scopare.
    « Sei la piccola puttana di papà...»
    Chuck ringhiò irritato, cercando di spingere il bacino verso quello di Herc e di ignorare il rossore che andava ad imporporargli il viso.
    « Vuoi il cazzo di papà?», continuò l'uomo con voce roca, leccandogli l'orecchio.
    « S-stronzo».
    « Lo vuoi, vero? Non vuoi altro che il cazzo di papà. Saresti disposto anche a pregare, vero?»
    Una spinta. Una sola e Chuck, gemendo, si morse le labbra per non parlare.
    La voce di suo padre era roca e profonda, gli carezzava le orecchie distruggendo una ad una tutte le sue difese.
    « Allora… lo desideri, piccolo mio?», insistette Herc, succhiando la pelle tesa del collo del ragazzo.
    Chuck tremò visibilmente - lo odiava! -, ritrovandosi poi a borbottare con rabbia un « S-sì», stringendo i pugni fino a far diventare bianche le nocche delle dita.
    « Cosa?», Herc gli baciò il collo, leccando i segni che aveva lasciato sulla pelle dell’altro.
    « V-voglio i-il... il cazzo di p-papà», mormorò, umiliandosi alla ricerca di quel piacere che gli veniva negato.
    Non voleva giocare.
    Chuck voleva essere scopato. Voleva solo che il cazzo di suo padre lo fottesse come era giusto che fosse.
    « Bravo, figliolo», lo lodò l'uomo chiaramente compiaciuto, donandogli una nuova spinta che lo fece gemere con più forza.
    “ Finalmente”, pensò sollevato, sentendo i brividi correre lungo tutto il suo corpo.
    « Fammi sentire la tua voce…», mugugnò Herc, riprendendo a muoversi dentro e fuori il suo orifizio con un ritmo moderato e regolare.
    Stringeva ancora le dita con forza, dettando il ritmo di quelle spinte sempre più decise, e Chuck, ormai incapace di trattenersi, non poté far altro che emettere dei versi sempre più alti, seguendo l’ordine di suo padre.
    « A-Ahhh… più f-forte… p-papà… ah… f-forte...», ed Herc, soddisfatto dai suoi versi, aumentava l’intensità delle sue spinte, costringendo l’orifizio di Chuck a stringersi su di lui ad ogni ondata di piacere.
    « Toccati…», mugugnò d’un tratto l’uomo, baciandogli la spalla senza però arrestare i suoi movimenti, « Fai vedere a... tuo padre quanto ti piace… farti fottere da lui…»
    Chuck gemette per quelle parole, e senza neanche rendersene conto portò una mano sulla sua erezione, iniziando a carezzarla con la crescente velocità degli affondi di suo padre.
    « Ahh… p-papà…»
    I suoi gemiti abbandonavano la sua bocca ormai senza freni.
    Non gli importava d'altro se non il raggiungere l'apice di quell'amplesso.
    « Vieni… vieni per me, Chuck…», ansimò Herc contro il suo orecchio, e come se non avesse aspettato altro, il ragazzo raggiunse l’orgasmo, venendo poi imitato qualche momento dopo anche dall’uomo.
    Gemendo per l'ultima volta, Chuck crollò sul letto esausto. Il suo corpo sembrava aver perso ogni residuo di forza, ed Herc stesso, a sua volta stremato ma soddisfatto, scivolò fuori dal suo orifizio per raggiungerlo disteso sul materasso.
    Chuck, gli lanciò una breve occhiata, e non riuscì a trattenersi dal donargli una debole gomitata.
    « Sei un vecchio maniaco», commentò con voce stanca, strappando però un sorrisetto all’uomo.
    « Credo sia una dote di famiglia. Tu che dici, figliolo?», ribatté allungando la mano per carezzare la schiena sudata del ragazzo, risalendo poi verso la nuca.
    " Gli stava facendo dei 'grattini'?", si chiese lasciandosi sfuggire un sospiro.
    Maledizione, erano proprio dei 'grattini'!
    Il ragazzo non poté non chiudere gli occhi, godendosi istintivamente le dita del padre ‘grattargli’ la nuca - aveva lo straordinario potere di rilassarlo.
    « Forse sì, papà», mugugnò incapace di trattenere la soddisfazione nella sua voce.
    Chuck odiava tantissime cose, ma quella era una di quelle poche situazioni in grado di fargli dimenticare quando trovasse imbarazzante farsi trattare in quel modo da Herc.


     
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