Friday Night

Per Tutti | Francia/Polonia

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: Friday Night
    Fandom: Hetalia: Axis Powers
    Personaggi: Francis “Francia” Bonnefoy, Feliks “Polonia” Łukasiewicz
    Genere: Introspettivo, Fluff
    Rating: Verde
    Avvertimenti: Flashfic, Shonen-ai, Alternative Universe (AU)
    Conteggio Parole: 1601 (FiumiDiParole)
    Note: 1. Scritta per KuromiAkira per il Drabble Meme :3 alla fine altro che drabbleXD è diventata una onesto X3
    2. AU perché… non so perchèXD Ma mi arrapava l’idea che avevo avutoXD I nomi di locali sono totalmente random e privi di originalitàXD


    { Friday Night ~



    C'era un motivo per cui Feliks, ogni venerdì sera, si faceva trovare allo stesso locale ad occupare - come se fossero il tesoro più grande - i posti più vicini al piccolo palco.
    Un motivo forse futile e stupido, un motivo che a ben pensarci lo faceva sentire davvero un'idiota ma, alla fin fine, non c'era nessuno che potesse giudicarlo.
    Un motivo che rispondeva all'attraente ed ammaliante forma di un uomo, con la voce - per utilizzare il termine più adatto - 'orgasmica'. Si trattava semplicemente del cantante del locale che, una volta a settimana, allietava le serate dei clienti del Blue Desire e proprio a causa sua, da qualche mese a quella parte, il venerdì sera era diventato un appuntamento al quale non poteva mancare.
    A ben pensarci, lanciando uno sguardo indietro, Feliks non era neanche solito fare simile azioni. Men che meno per un uomo. Ma quel Francis - quello era il nome del cantante - aveva avuto uno strano potere su di lui.
    Forse era il suo aspetto bello e dannato - capelli biondi curati, occhi chiari, un leggero accenno di barba ed un fisico da modello - o forse era stata quella sua voce che l'aveva stregato ed eccitato sin dal primo ascolto.
    Di conseguenza non poteva far altro che sedersi e aspettare lo spettacolo, sperando che quel giorno fosse quello giusto per riuscire ad avvicinarsi e presentarsi.
    Non che gli mancasse il coraggio, era un tipo abbastanza sfacciato in realtà, ma una piccola parte di lui lo metteva quasi in guardia dinnanzi alle delusioni. Una piccola parte che quel suo carattere solare e malizioso riusciva a nascondere quasi perfettamente.
    Ordinò il suo solito cocktail e puntò lo sguardo sul palco in fremente attesa.
    Aspettò, senza sapere esattamente quanto tempo fosse passato, cieco a tutto quello che lo circondava, riuscendo a risvegliarsi solo all'arrivo del suo solito cocktail che iniziò a sorseggiare lentamente.
    Solo pochi istanti dopo qualcosa si mosse nel palco, e a prendere posto davanti al microfono non fu Francis ma una ragazza che non aveva mai visto.
    La fissò stupito e al tempo stesso deluso, cercando con lo sguardo il solito cantante nella speranza che si unisse a lei... ma quella cantava sola e dell'uomo che l'aveva stregato neanche l'ombra.
    In lui si fece avanti un vago senso di delusione, aveva passato così tanto tempo lì davanti - riponendovi anche parecchie speranze per quella sera - che alla fine non era riuscito a conoscere il cantante.
    Certo, poteva essere una cosa eccezionale, magari quel venerdì l'uomo aveva avuto dei problemi - e per sicurezza avrebbe chiesto al barista ulteriori informazioni -, ma l'idea di aver perso tanto tempo a causa di quel pizzico di indecisione gli faceva quasi rabbia.
    " Questo posto è occupato?", una voce lo riscosse e, ancor prima che potesse riconoscerla, furono i suoi occhi a far trillare tutti i campanelli d'allarme.
    Davanti a lui, vestito con una sobria camicia bianca ed un leggero e seducente sorriso, stava Francis. Proprio quel Francis, il cantante che in quel preciso istante doveva essere sul palco a sedurre i clienti del locale con la sua voce.
    E, a proposito di 'voce', Feliks al termine di quella serata si sarebbe chiesto più volte come fosse riuscito a rispondere all'uomo in quel preciso istante.
    " È libero."
    Solo due parole e Francis era li, seduto accanto a lui. Neanche nelle sue aspettative più rosee era riuscito ad immaginarsi una situazione simile, anche perché più che 'rosee' le sue aspettative tendevano spesso verso lo 'scarlatto' - se doveva immaginare, beh: lo faceva in grande.
    Lo osservò ordinare a sua volta un cocktail e lo scoprì tanto bello quanto... normale. Non che fosse un qualcosa di negativo, ma l'averlo a pochi centimetri di distanza lo rendeva meno irraggiungibile.
    " Deluso?", domandò Francis, rompendo ancora il silenzio che si era creato e Feliks, ritrovando la sua sfacciataggine, sorrise.
    " Dal fatto che devo tipo ascoltare questa gallina e non te? Potrei dire di sì, se non fossi già in buona compagnia.", rispose riuscendo a strappare una lieve risata all'uomo.
    " Bella risposta.", concesse Francis, e Feliks in un ipotetico cartellone segna punti piazzò un bell'uno a suo favore ed uno zero contro l'insicurezza. " Le apparenze, a quanto pare, ingannano davvero.", aggiunse poi il cantante.
    " È un luogo comune.", assentì, galvanizzato da come si stava evolvendo quella situazione. Era davvero più semplice del previsto parlare con quell'uomo.
    " Dal palco sembravi semplicemente un ragazzino adorante.", svelò Francis, ringraziando poi con un sorriso il cameriere che gli servì il suo cocktail.
    Quell'affermazione portava però Feliks a due conclusioni. Primo, Francis l'aveva notato, e secondo, doveva sembrare un idiota mentre osservava l'uomo cantare viste le parole 'ragazzino adorante'. In realtà vi era anche una terza conclusione ma era meno importante delle precedenti due, e riguardava semplicemente il fatto che non era stato confuso per una femmina: cosa che accadeva di frequente.
    " Mentre invece come ti sembro?", rispose.
    " Sembri avere un bel caratterino.", concesse ancora Francis.
    " Non sai quanto~", mormorò Feliks e se quella fosse stata una chat - e per fortuna non lo era - avrebbe volentieri aggiunto l'emoticon di un cuoricino. La sua risposta parve divertire ancora il cantante che, concedendogli l'ennesimo sorriso, si fece quasi più vicino.
    " Non fraintendermi.", esordì. " Ma ero davvero curioso di conoscerti."
    Quella frase confermò il fatto che Francis l'avesse effettivamente notato in tutti quei venerdì nei quali si esibiva. La cosa però, a ben pensarci, aveva dell'incredibile... era quasi difficile crederci.
    " Poniamo che, tipo, io volessi crederci.", sorrise Feliks, decidendo di fasciarsi almeno un po' la testa per prevenire eventuali delusioni dinnanzi a quella situazione troppo perfetta per essere reale. " Perché volevi conoscermi?"
    " Sei sempre al solito posto. Ogni venerdì. Qui per ascoltare me. Con quello sguardo adorante di chi non ha mai sentito qualcuno cantare meglio del sottoscritto.", spiegò Francis con sensuale leggerezza, prendendo un sorso del suo cocktail senza interrompere il contatto visivo con l'altro. " Era impossibile non notare lo stesso viso ogni settimana, poi non sei un tipo che passa inosservato."
    Su quello, concesse Feliks, Francis aveva ragione. Forse era il suo aspetto quasi femminile o forse il suo atteggiamento ma, qualunque fosse il motivo, lui sapeva come farsi notare.
    " Effettivamente, il mio obiettivo era quello di sentirti.", ammise.
    " Solo?", insinuò Francis.
    " Il mio secondo obiettivo l'hai realizzato tu.", ribatté Feliks riuscendo ancora a far ridere il cantante.
    “ Devo ammetterlo. Sei davvero divertente. Hai una battuta pronta per tutto?”
    “ Dipende se chi parla con me sa come rispondermi.”, sorrise, soddisfatto dalla piega che stava prendendo il discorso. “ Ed evidentemente tu sei, tipo, perfetto per quel ruolo.”
    “ Onorato.”, concesse Francis, posando teatralmente una mano sul petto e simulando un piccolo inchino. “ Mi dispiacerà non poter più allietare le tue serate al Blue Desire.”
    “ Non lavori più qui?”
    “ Esattamente. È per questo che sono qui ad avvertirti.”
    Feliks storse un po’ la bocca, fallendo nel dissimulare la delusione nella sua voce.
    “ Gentile da parte tua.”
    “ Lavorerò al Missing Fire. Il sabato e la domenica.”, aggiunse poi, fissandolo come se volesse studiare le sue reazioni e, dal sorriso che spuntò sulle sue labbra, parve soddisfatto dall’entusiasmo che Feliks riuscì a trasmettere con il suo sguardo.
    “ Decisamente gentile da parte tua.”, ripeté, appuntando mentalmente la ricerca di quel locale e l’annullamento di ogni appuntamento serale del weekend.
    “ Figurati.”, gli fece l’occhiolino, finendo il suo cocktail per poi ordinarne altri due, uno per sé ed uno per il compagno.
    “ Questo giro lo offro io.”, dichiarò quando i due bicchieri arrivarono al loro tavolo.
    “ Non mi starai tipo viziando troppo?”, ghignò Feliks, iniziando a sorseggiare il cocktail che gli offrì il cantante.
    “ Vuoi farti viziare dal sottoscritto?”, ribatté prontamente Francis.
    “ Dipende da come vuoi continuare a viziarmi.”
    Certo, forse poteva evitare di dare alla sua voce quel tono così malizioso che, solitamente, assumeva nelle sue ‘più scarlatte aspettative’, ma dalla risatina del cantante, la sua mal celata proposta parve non dispiacergli più di tanto.
    “ Non nascondo il mio interesse verso i tuoi confronti.”, ammise Francis.
    “ Neanch’io intendo nasconderlo.”
    “ Oh, ma il tuo era già molto chiaro.”
    A quell’affermazione, Feliks non riuscì a non arrossire. Non che fosse un tipo pudico o vergognoso – sarebbe stato un controsenso, soprattutto dopo avergli parlato in quel modo – ma non era abituato a discorrere in quel modo con qualcuno. Nessuno era in grado di controbattere alle sue battutine, e Francis si stava dimostrando all’altezza di ogni aspettativa – scarlatta e non.
    Quindi, dopo l’iniziale momento d’imbarazzo, riuscì a riprendersi con una risatina che si spense quando sentì un familiare rumore provenire dal suo orologio.
    Erano le undici e mezza e stava per perdere l’ultimo mezzo per tornare a casa. Sbuffò e si alzò, guardando l’uomo con malcelato dispiacere.
    “ Mi dispiace abbandonare la nostra discussione.”, disse. “ Ma spero di poterla continuare presto.”
    “ Lo spero anch’io.”, rispose Francis, restando seduto sulla sua sedia.
    “ A presto.”, lo salutò, dandogli le spalle per andare a pagare il suo conto.
    “ Non mi hai ancora detto il tuo nome.”, lo richiamò tranquillamente il cantante, riuscendo a far voltare Feliks che, ghignando, colse al volo l’occasione per poterlo rivedere con più sicurezza.
    “ Ci vediamo domani al Missing Fire.”, lo salutò ancora allontanandosi.
    Quella serata era stata speciale oltre ogni previsione.
    Era andato lì con l’intenzione di ascoltare della buona musica e di provare a conoscere l’uomo che popolava i suoi sogni… ed alla fine non aveva assolutamente sentito alcun tipo di musica ed aveva conosciuto una persona davvero interessante, meglio di quanto potessero suggerire le sue immagini mentali.
    Sorrise tra sé e sé e, correndo per riuscire a prendere la metrò, sperò che quella notte finisse il più velocemente possibile per lasciare spazio a quella successiva e a quelle che in seguito l’avrebbero susseguita.




     
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