Are You Happy Today?

NC-17 | Prussia/Cina

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    Titolo: Are You Happy Today?
    Fandom: Axis Powers Hetalia
    Personaggi: Cina (Yao Wang), Prussia (Gilbert Weillschmidt)
    Genere: Introspettivo, Erotico, Romantico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: OneShot, Lemon, Yaoi
    Conteggio Parole: 4096 (FiumiDiParole)
    Note: 1. Non è betata! >ç<
    2. Questa è tutta per Kuromi<3 Spero ti piaccia!
    3. Scritta per il POrn Fest #4 indetta da fanfic_italia con il prompt: Axis Powers Hetalia, Gilbert Weillschmidt (Prussia)/Yao Wang (Cina), " Sei insopportabile." " Ah sì? Ieri notte non dicevi così.".
    4. Scritta per la mia seconda cartella della Maritombola indetta da Maridichallenge con il prompt 22. "You have always gone your way. Well, are you happy today?" (Are You Still Having Fun?, Eagle Eye Cherry).
    5. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt 50. Empatia. Inteso come il provare gli stessi sentimenti ù_ù

    { Are You Happy Today? ~



    Birra.
    Al suo risveglio, Cina, aveva solo quella prima parola in mente che saltava in un inquietante vuoto causato da chissà cosa.
    Si sentiva confuso e, man mano che il suo corpo usciva dal torpore del sonno, iniziò a sentire anche delle violente fitte che si intensificavano ad ogni ipotetico rimbalzo di quella sola parolina.
    Quel pensiero ebbe quasi il potere di apparire delle altre parole a riempire il vuoto - sbronza ed emicrania - e, più continuava a pensare, più quelle dolorose fitte aumentavano.
    Le parole rimbalzavano ed aumentavano con il risvegliarsi dei suoi sensi e, quando si aggiunse la domanda " Cosa ho fatto la scorsa notte?" emise un basso gemito simile ad un lamento.
    Smettere di pensare sembrò in quel momento una soluzione più che ragionevole dinnanzi a quelle sofferenze, ma Cina non era tipo da lasciar perdere simili cose... soprattutto perché qualcosa gli diceva - una vocina sommessa e insistente - che aveva combinato un qualche disastro.
    Provò, dolorante, a fare il punto della situazione sforzandosi di rimettere insieme i pezzi del puzzle riguardante la serata precedente.
    Aveva partecipato ad una festa a casa di Germania.
    Fin lì tutto nella norma, si ricordava l'invito e tutto il resto.
    C'erano tutte le altre Nazioni e, tra un discorso e l'altro, avevano mangiato e bevuto.
    Niente di sbagliato. Era una festa e si mangiava, si beveva e si parlava.
    Poi, improvvisamente, il vuoto totale che venne quasi subito intervallato qua e là da piccole immagini dalla dubbia natura.
    Una testa tra le sue gambe - nude! - e poi degli occhi sanguigni fissi sui suoi - erano carichi di un sentimento strano, non era né erotismo né passione: non riusciva proprio a definirlo in quel momento.
    Imprecò mentalmente, accorgendosi in quel momento che il mal di testa pareva essere scomparso - era lieve e sopportabile - ma, nonostante quello, non aveva il coraggio di aprire gli occhi.
    Cina si sentiva un codardo in quel preciso istante ma aveva il terrore di scoprire il luogo nel quale si trovava e che, per ovvia conseguenza, gli venisse sbattuta in faccia la dura realtà.
    D'un tratto un movimento lo distolse dai suoi pensieri funerei, e un braccio dalla proprietà e dalla provenienza sconosciuta gli circondò la vita. Ben presto si ritrovò con la schiena appoggiata ad un petto nudo - in quel momento si rese anche conto di un altro, vergognoso, particolare: anche lui era senza vestiti.
    D'istinto, non appena si riprese dallo stupore, si divincolò ben deciso ad intraprendere una strada poco decorosa: quella della fuga.
    Con buone probabilità - o almeno così sperava - anche la Nazione con la quale aveva dormito doveva essersi ubriacata e, di conseguenza, era meglio darsela a gambe prima che entrambi riuscissero a ricordarsi qualcosa di più che li avrebbe messi in grande imbarazzo.
    Ovviamente però, come nel più scadente film americano - ne conosceva tanti visto che molti li aveva dovuti visionare e poi censurare in quanto inadatti alla sua gente - le sue aspettative non vennero rispettate, anzi no: vennero letteralmente distrutte. Infatti, quando riuscì a mettersi seduto sul letto - premurandosi oltretutto di volgere sempre le spalle all'altro per non scoprire la sua identità -, non solo sentì ancora quello stesso braccio di poco prima arpionarlo per trascinarlo sul materasso, ma sentì anche la voce l'altra Nazione, riconoscendola all'istante ancor prima eh vederlo in viso.
    " Dove pensi di scappare, Cina?", chiese Prussia, costringendo Yao a guardare in faccia la dura realtà, oltre che il suo volto divertito e malizioso.
    Subito, più per reazione istintiva che altro, il cinese provò a fuggire cercando di ignorare quanto la sua mente stava rapidamente apprendendo.
    Perché c'era un qualcosa di maledettamente sbagliato in tutto quello che la realtà gli stava sbattendo violentemente in faccia.
    Non poteva fare a meno di chiedersi: " In quale mondo io e Prussia possiamo restare nello stesso letto, nudi come vermi, dopo aver chiaramente fatto sesso?" e la risposta giungeva netta e veloce, senza mostrare dubbi di alcun genere: " Non in questo mondo!"
    Quella domanda e quella risposta, come ovvia punizione, gli rimbalzarono duramente per la mente facendogli tornare per qualche istante il mal di testa, accompagnato da un violento rossore che gli imporporò il volto.
    " Lasciami, aru!", gracchiò, stupendosi della tonalità roca della sua voce. Considerazione subito accompagnata da un blando ricordo della sera passata: c'erano state delle urla di piacere, strane ma non spiacevoli, ed erano... le sue.
    Deglutì ritrovandosi ad arrossire ulteriormente e, sentendosi un gran vigliacco, cercò di non guardare Prussia. Questo invece lo osservava con interesse crescente, ben deciso a non lasciarlo andare.
    " Sei carino la mattina.", commentò sorridendo. " Ma non tirartela troppo per questo complimento: ho detto carino e non magnifico. Qui di magnifico ci sono solo io."
    " Ma che...", Cina faticò per qualche attimo a comprendere quanto stava dicendo l'altro poi, accompagnando le sue parole iniziando a scalciare, esclamò un altro " Lasciami!" che, almeno in parte, non venne ignorato come il precedente.
    " Perché dovrei?"
    " Perché devi, aru!"
    " No che non devo! Ieri notte mi hai abbracciato quasi in lacrime dicendomi 'non lasciarmi anche tu'. Io sto solo tenendo fede ad una promessa.", rispose ghignando l'altro.
    Yao sbatté gli occhi stranito.
    " Non posso aver detto una cosa sim-"
    Altro ricordo.
    Giappone e Taiwan che se ne andavano insieme, ricordandogli tradimenti, ferite e addii. Poi gli alcolici per tentare di soffocare quel dolore mai morto.
    Gli sembrava così plausibile quella frase alla luce di quel ricordo...
    " L'hai detta eccome.", cantilenò l'ex Nazione.
    " Ero ubriaco, aru!", si difese Cina.
    " Hai solo messo a nudo le tue necessità e...", Gilbert gli donò un caldo e malizioso sguardo lungo tutto il corpo privo di abiti. " E non solo, oserei aggiungere..."
    Il cinese pensò per qualche istante che la sua testa stesse per scoppiare da quanto sangue era confluito sulle sue guance, ma non accadde - non sapeva se fosse stata una fortuna o l'esatto contrario.
    " Ti... ti sollevo dall'onere della promessa, aru."
    " E se non volessi?"
    " È un ordine, aru!"
    " Ti ricordo che il sottoscritto prende ordini solo ed esclusivamente dal magnifico me."
    " Lasciami, aru! Lasciami!", ostinatamente Yao continuò a scalciare senza però riuscire a liberarsi o a colpire l'altro.
    " Sei carino anche quando fai così, sai?", ridacchiò Prussia. " Ma in mente ho un'altra tua espressione... molto più carina...", lasciò in sospeso la frase donandole una nota maliziosa che non venne gradita dal cinese.
    " Smettila! Io non ricordo niente, aru! Sono bugie!"
    In realtà si sentì lui il bugiardo perché, attimo dopo attimo, i ricordi di quella movimentata serata - che era stata piacevole quando l'aveva vissuta ma vergognosa mentre la riviveva mentalmente - tornavano a galla.
    Dei baci, dolci e non possessivi sulle sue labbra, poi sul viso e di seguito su tutto il corpo come a volergli dimostrare che ogni singola parte di lui aveva egual importanza.
    " Il miglior modo per ricordare è ripetere l'esperienza, sai?", suggerì l'albino.
    " N-neanche morto!", gracchiò ancora Yao.
    Anche se non era del tutto spiacevole quello che era successo la notte prima - soprattutto nell'ultimo ricordo legato a quei baci, e gli costava pure ammetterlo: Gilbert gli aveva riscaldato il cuore non solo quando aveva compiuto il gesto ma anche nel ricordarlo - non voleva assolutamente ripeterlo!
    " Non sono intenzionato a darmi alla necrofilia.", ribatté Prussia serafico.
    " Ti ho detto di lasciarmi, aru! Non farmi arrabbiare!", provò a minacciarlo il cinese ma, nel sentire ancora la sua voce così roca, comprese che quanto aveva appena detto non suonava neanche lontanamente come un'intimidazione.
    " È l'ultimo dei miei desideri il farti arrabbiare.", rispose Gilbert. " Vorrei farti ricordare quanto ci siamo divertiti...", mormorò accompagnando la frase con dei baci sul collo di Cina che, deglutendo rumorosamente, cercò di allontanarlo.
    " Non ci tengo, aru!"
    " Già. È meglio fare nuove esperienze, non credi?", ghignò Prussia.
    " N-non intendevo questo, aru!", puntellò le braccia sulle spalle dell'altro, rendendosi tragicamente conto di non avere ancora recuperato del tutto le forze - mai più! Non avrebbe mai più toccato un alcolico in vita sua!
    " Senti, se serve a calmarti io ieri non ti ho costretto a fare un bel niente.", riprese serio Gilbert, prendendo le mani di Yao per poterlo bloccare ed avere in quel modo la sua totale attenzione. " Hai fatto tutto tu."
    " Non dire assurdità, aru! Sei insopportabile!", si divincolò ancora, cercando di ignorare i ricordi che tornavano a farsi avanti.
    Le sue mani sulla camicia di Prussia, bottoni che saltavano per la foga... per la sua passione.
    Era stato davvero lui a iniziare tutto! Faticava a crederci... e anche se i suoi ricordi erano brevi non potevano assolutamente definirsi confusi ormai.
    " Ah sì? Ieri notte non dicevi così.", commentò di nuovo malizioso Gilbert, sentendo gradualmente Cina calmarsi - forse, ne dedusse, doveva aver ricordato qualcosa.
    " Piantala, aru...", mormorò piano il cinese. " Dobbiamo fare il punto della situazione, aru... devo... capirci qualcosa in più, aru..."
    " Sentiamo."
    " Ricordo poco... solo l'inizio della festa, aru.", iniziò Yao.
    " È già qualcosa."
    " Poi... beh... devo aver bevuto parecchio, aru..."
    " Abbiamo bevuto.", precisò Prussia.
    " Va bene, va bene... poi... che è successo, aru?"
    " Hai iniziato a straparlare su quanto ti mancasse Giappone, sul dolore e altre stronzate da vecchietto nostalgico... e per farti stare zitto ti ho baciato."
    " Hai iniziato tu, aru! Non io! Sei un bugiardo, aru!
    ", esclamò Cina, avvampando un po' per l'imbarazzo ed un po' per l'irritazione.
    " Ma ci sei stato.", specificò l'ex Nazione. " Non ti avrei fatto niente se tu non mi fossi salito sopra davanti a tutti."
    Il rossore che colorava il viso dell'asiatico scomparve all'istante facendolo diventare pallido come un fantasma.
    " C-cosa?"
    " Quello che ho detto.", annuì Prussia. " E avendo intuito i tuoi obiettivi ti ho portato fuori dalla sala prima che le tue manine - che, a proposito, sai usare benissimo - si insinuassero nei miei pantaloni."
    " N-non posso averlo fatto, aru!", esclamò Yao ma, a quel punto, iniziava per davvero a credere all'altro.
    " Fuori dalla sala ti ho lasciato per terra. Non sono mica un maniaco come pensi, ma lì mi hai abbracciato e dicendomi quella frase strappalacrime. Mi sono intenerito e, lo ammetto, anche eccitato e ti ho portato in questa camera. Qui mi sei saltato addosso."
    Cina non rispose, almeno non subito, cercando di riprendersi dallo shock e dagli altri ricordi che riaffioravano nella sua mente e che, sfortunatamente, corrispondevano alle parole di Prussia - vergogna, immensa vergogna per essersi lasciato andare in quel modo!
    " Devo continuare?", ghignò Gilbert, ma Yao scosse la testa.
    " Non ero in me, aru... questa è l'unica spiegazione..."
    " Lo so che non eri in te."
    " Ed hai accettato lo stesso di... di...", era talmente sconvolto da non riuscire più a parlare e, anche se avesse voluto, una carezza sul viso - dolce e calda - riuscì a farlo tacere del tutto. Prussia teneva una mano sulla sua guancia: era un po' ruvida - per anni aveva impugnato solo una spada e quelli che sentiva erano i normali calli di uno nato per combattere - ma non per questo meno piacevole.
    " Mi avevi chiesto di non lasciarti.", rispose come se quello potesse spiegare tutto e Cina, stentò a crederci lui stesso, la accettò socchiudendo gli occhi per affidarsi a quella mano.
    " Mh... hai il cuore tenero, aru..."
    " E tu ti sei ormai arreso all'evidenza di quello che abbiamo fatto.", sorrise l'ex Nazione.
    " Sono solo sconvolto e con il dopo sbornia. Non l'ho ancora accettato, aru.", ribatté il cinese, cercando pigramente una spiegazione logica per tutto quello che era accaduto. " Inoltre sei e resti insopportabile, aru.", aggiunse.
    " Ieri notte non mi definivi così.", lentamente Prussia si avvicinò a Yao, soffiandogli quelle parole direttamente sulle labbra.
    " L'hai già detto, aru...", mormorò Cina restando immobile. Non era spaventato, era semplicemente stupito dal fatto che non sentiva più la necessità di fuggire.
    Era come se tutto fosse andato al suo posto: la perfetta composizione di un puzzle.
    Aveva sempre pensato che Gilbert fosse un vanaglorioso in grado solo di gonfiare il petto e vantarsi di se stesso - non erano poi così sbagliate quelle definizioni - ma c'era dell'altro in lui. A Yao era bastata quella carezza e quello sguardo serio a fargli superare le iniziali impressioni che si era sempre fatto su Prussia.
    Il tedesco sapeva essere affidabile - o almeno sembrava - e nel suo voler mantenere una stupida promessa fatta da ubriachi, Cina riusciva ad intravedere una certa solitudine in quella testardaggine: era come se l'ex Nazione comprendesse il dolore dell'essere soli...
    " Anche tu mi hai già detto che sono insopportabile. Ti sei ripetuto...", sorrise Gilbert provando, senza costringerlo, a baciarlo - trovava assurdo quel pensiero: ma non riusciva più a resistere lontano da quella bocca. Andò piano, dicendosi che gli avrebbe anche permesso di scappare a quel punto ma, fortunatamente, il cinese non si sottrasse a quel leggero sfiorarsi di labbra.
    Yao mosse la bocca a sua volta quando la timidezza iniziò a dileguarsi insieme all'imbarazzo, dicendoci che, in fondo, non gli era stato imposto quel contatto e che non stavano facendo niente di male. A quel pensiero si sentì improvvisamente meglio, inoltre quello che era accaduto la notte passata era stato piacevole - indubbiamente - e il riprovarci non era un'idea poi così cattiva. Per non parlare del fatto che, al contrario della sera prima, lui si sarebbe ricordato tutto senza doversi sforzare e senza provare un forte mal di testa.
    Esitante riuscì ad allacciare le braccia attorno al collo di Prussia e, senza interrompere il bacio, lo attirò ulteriormente a sé.
    Era strano restare nudi nello stesso letto con qualcuno, certo non era la prima volta che accadeva, ma tutte quelle che l'avevano preceduta non erano state piacevoli - si ricordava soprattutto Inghilterra e non era il caso di pensare a quell'idiota in quel momento. Fortunatamente i tempi erano cambiati e il dividere il letto con le altre Nazioni era diventato meno pericoloso del passato.
    " Nuove esperienze?", propose Prussia staccandosi brevemente e a malincuore dalle labbra del cinese.
    " Ormai...", liquidò Yao, come se desse poco conto a tutta la situazione - in realtà era emozionato e intimidito, ma con quell'atteggiamento era certo sarebbe riuscito non solo a godersi la compagnia dell'altro, ma anche ad evitare che l'imbarazzo prendesse il sopravvento.
    " Ehi! Un po' di entusiasmo! D'accordo che siamo già nudi e non posso darti dimostrazione di quanto sono bravo anche nel togliere i vestiti, ma almeno cerca di essere partecipe!"
    Cina si ritrovò immancabilmente a sorridere a quelle parole - anche se nascondevano una certa malizia, le trovò genuine e divertenti-, e raccogliendo tutto il coraggio che possedeva, prese l'iniziativa per baciarlo, cercando in quel modo di fargli capire le sue intenzioni senza dover parlare. Subito l'ex Nazione rispose con un entusiasmo trascinante e, quando il cinese avverti le mani carezzargli i fianchi, capì di aver fatto centro.
    Si rilassò totalmente sotto le attenzioni di Prussia, tendendosi per il piacere - e non per l'imbarazzo - solo quando le dita giunsero a carezzargli il membro. Ruvide ma delicate si mossero sapienti su tutta la lunghezza del cinese, risvegliando l'organo fino a farlo spingere verso l'alto con necessità crescente, bisogno reso quasi più importante dai mugolii che Yao emetteva ad occhi chiusi.
    Non si era neanche accorto di averli chiusi ma era un dettaglio trascurabile e, portando le sue di mani al petto di Gilbert, si dedicò quasi pigramente ai capezzoli, pizzicandoli e massaggiandoli con studiata attenzione.
    Distrattamente pensò a quanto era successo la sera prima, se stava magari ripetendo gli stessi gesti, ma si rese ben presto conto che era poco importante.
    La loro prima volta - aveva un che di importante il definirla in quel modo - aveva solo sancito l'inizio di un qualcosa di più grande: una promessa.
    Magari non sarebbe stato amore - Cina ci credeva poco infatti, le Nazioni si innamoravano solo dopo secoli e di cose ne cambiavano in oltre cent'anni - ma sentiva, mentre le labbra di Prussia scendevano a baciargli il collo, uno strano sentimento che lo legava al suo amante.
    Le promesse vincolavano il cuore e quando Gilbert aveva accettato di non lasciarlo si era formato quel legame. Romanticamente Yao lo immaginò come il famoso 'filo rosso', rendendosi conto solo dopo che quel pensiero che aveva appena formulato racchiudeva quello che era effettivamente 'il loro colore'.
    " Cina~"
    Distolto dai suoi pensieri dalla voce roca dell'ex Nazione, riaprì gli occhi per osservarlo, specchiandosi nelle sue iridi sanguigne e, come nel primo ricordo che l'aveva colto al risveglio, vi lesse uno strano sentimento. C'era erotismo e la passione ma anche dell'altro, ed era un qualcosa di tanto indescrivibile quanto bello.
    Scorse anche un pizzico di felicità, nascosta questa volta nel sorrisetto malizioso che l'altro gli stava rivolgendo. Lo ricambiò subito, d'istinto, portando le mani ai capelli chiari di Gilbert e, distrattamente, pensò alle tante piccole somiglianze che li avevano portati a quel punto.
    Erano testardi, soli e avevano combattuto tanto nella loro esistenza. Avevano perso battaglie e guerre, amici e nemici... ed entrambi avevano smarrito quella che per secoli era stata la loro ragione di vita.
    Prussia, che era nato per combattere e per essere il più forte di tutti, alla fine era stato sconfitto ed era diventato solo un territorio senza più valenza politica. Solo in quel momento Cina si rendeva conto di quanto Gilbert avesse sofferto e si sentì vicino a lui, comprendendo sempre più a fondo il perché di quella promessa che pareva voler mantenere a tutti i costi.
    Perché era assolutamente esatto dire che conoscevano lo stesso dolore, ormai era chiaro, e quel pensiero portò al cinese un nuovo sentimento: felicità.
    Il suo sorriso a quella constatazione si allargò e accettando le dita dell'ex Nazione iniziò ad umettarle, cospargendole di saliva, mentre l'altra mano del suo amante tornava a massaggiargli il membro.
    Le gote del cinese si tinsero lievemente di rosso e, mordendo quasi per punizione una falange, cerco di soffocare un gemito causato da quelle carezze.
    " Ahi...", si lamentò Prussia, allontanando le dita. " Anche ieri mordevi, sai?", svelò ghignando, sistemandosi poi per poter allargare le gambe dell'altro.
    " Se lo facevo era perché te lo meritavi, aru...", ribatté Yao senza sottrarsi, ignorando per la prima volta quello che il suo cervello gli stava ordinando.
    " Scappa! Non ti puoi permettere di legarti a lui!", strepitava la sua mente ma non voleva ascoltarla. Desiderava legarsi a Gilbert, desiderava essere felice almeno per una volta.
    Per tutta una vita Cina aveva fatto come comandava la sua testa, mostrandosi esageratamente orgoglioso e facilmente imbarazzabile. Mai una volta aveva espresso un desiderio ma quella volta era troppo importante ciò che aveva davanti.
    Era sua intenzione seguire l'istinto e osare: era disposto anche a scottarsi solo per potersi dire " Hai sempre fatto come volevi, seguendo le regole. Oggi no. Oggi sei felice?"
    E, avrebbe potuto rispondere con sicurezza che " Sì. Oggi sono davvero felice." perché il suo desiderio era stato esaudito.
    Pensava di meritarselo e anche Prussia, come lui, aveva bisogno di un po' di allegria.
    " Ma non ti ho detto se erano piacevoli o meno...", sghignazzò l'ex Nazione. " Devo dirti dove e come mi mordevi?"
    Yao arrossì leggermente e, sempre per punizione, tirò un calcio all'altro colpendolo su un fianco.
    " Posso immaginarlo, aru!", strepitò.
    " Ti renderò il favore...", mormorò con la voce ridotta ad un soffio basso e sensuale, abbassandosi lentamente sul membro del cinese.
    Cina trattenne il respiro quando avvertì l'alito caldo sulla punta della sua erezione, buttandolo poi fuori in una sola volta attraverso un gemito nel momento in cui la lingua di Gilbert lo leccò con malizia.
    Avvertì tutto il suo corpo fremere ed il sangue pompare e rimbalzare dal viso fino al suo membro ormai vittima delle attenzioni di Prussia.
    Sentiva l'ex Nazione lambirlo con delicatezza, senza andare troppo veloce, sembrava quasi non voler bruciare le tappe ma, quando giunsero i lievi morsi che aveva poco prima annunciato, Yao si ritrovò quasi a perdere la testa, emettendo ansiti lascivi e stringendo con necessità i capelli chiari dell'altro.
    Perso in quel mare di piacere che lo stava rapidamente trascinando verso acque più profonde, inizialmente non si rese neanche conto della prima falange inumidita che si era insinuata nel suo orifizio, massaggiando la pelle fino ad arrivare alla prostata.
    Quando l'indice di Gilbert sfiorò quella parte così nascosta, il corpo del cinese ebbe quasi un sussulto e si spinse verso quel dito come a volerlo sempre più all'interno di sé.
    Comprese in quel momento di non riuscire più a controllare i suoi muscoli, li avvertiva solo reagire alle sollecitazioni esterne e non al suo cervello, e trovò quella sensazione stranamente piacevole. Il sesso per lui era sempre stato una costrizione e non una questione di piacere o necessità, quando il suo corpo veniva toccato in passato tutti i suoi sensi erano vigili e rivolti solo alla ribellione e all'ostinata ricerca di quell'orgoglio che, attimo dopo attimo, veniva strappato via dalle Nazioni che lo costringevano alla sottomissione.
    Ma in quel momento tutto era diverso e desiderava godersi ogni singolo secondo di quel rapporto che stava nascendo - inconsciamente stava già sperando che tutto quello continuasse.
    La bocca di Prussia si era fatta lentamente più insistente e, prendendo completamente in bocca il membro di Cina, aveva iniziato a suggere con decisione ed energia accompagnando l'indice che penetrava il corpo dell'amante, al quale presto si aggiunse una seconda falange.
    Distrattamente Gilbert penso che Yao non aveva problemi ad accogliere subito la sua erezione, lo sentiva rilassato e non scorgeva dolore nel suo viso mentre piegava le dita... ma come la sera prima avrebbe atteso e l'avrebbe preparato, un qualcosa in lui gli diceva che non poteva permettersi di rovinare quello che stava nascendo e, da quando aveva perso tutto, viveva con la sola intenzione di non avere più rimpianti.
    Procedette con attenzione, assecondando il cinese che si spingeva verso di lui e gemeva, e solo quando sentì sulla lingua il sapore dell'altro che stava ormai per raggiungere l'orgasmo si allontanò.
    Quel gesto suscitò in Yao un lamento frustrato e alquanto contrariato che, puntandogli contro le sue due iridi ambrate rese liquide dal piacere, cercò di attirarlo ancora a sé. Riuscì ad abbracciarlo e, quando Prussia lo baciò sussurrandogli un: " Mi dispiace per essermi allontanato...", per poco non ebbe un mancamento. Era strano sentire l'ex Nazione scusarsi ma non riuscì a pensarci oltre quando sentì chiaramente il membro dell'altro spingere contro il suo orifizio.
    Trattenne un primo lamento, l'erezione era più grande dei due semplici falangi, ma lo accolse senza cercare di allontanarlo, provando invece a rilassarsi - aiutato subito dalla mano di Gilbert che si era stretta sul suo membro per riprendere a masturbarlo.
    Cina lo abbracciò forte, graffiandogli le spalle per trattenere il crescente fastidio, ma i dolci baci che iniziò a donargli l’ex Nazione e la mano che lo carezzava con decisione sulla sua erezione lentamente iniziarono a farlo rilassare.
    “ Sono così insopportabile che ho tutta la mattina davanti...”, mormorò Prussia sulle labbra dell’amante, nel tentativo di fargli dimenticare la tensione che rendeva rigido il suo corpo.
    Yao si ritrovò in risposta a sorridere lievemente ed allacciando le gambe in vita all’altro lo invitò silenziosamente a muoversi.
    La prima spinta, così come le successive, erano lontane dal piacere ma quando finalmente il membro entrò del tutto andando a scontrarsi con la sensibile prostata del cinese, questo si esibì in un alto gemito di sollievo che, incredibilmente, contagiò anche Gilbert.
    Gli bastò sentire il corpo di Yao rilassarsi ed accoglierlo, accompagnato da quel verso di piacere, per farlo sentire bene e finalmente iniziò a muoversi con più decisione traendo piacere lui stesso da quello che provava Cina.
    Era come se i sentimenti della Nazione si riversassero su di lui ed era un emozione piacevole, in grado di riscaldarlo e rassicurarlo. Lo baciò con dolcezza e passione, stringendolo a sé mentre intensificava le spinte.
    Non pensava potesse esistere la perfezione - lui, amava definirsi l’unico esemplare esistente - ma in quel momento iniziò ad accettare l’esistenza di un altro essere abbastanza magnifico da poterlo affiancare.
    Gemendo, trasportato da quei pensieri e dal forte piacere che stava provando, venne dentro il corpo di Yao e, marchiandolo ancora come suo esattamente come la sera prima, continuò a masturbarlo con energia fino a fargli raggiungere a sua volta l’orgasmo.
    La sensazione che li accompagnò in quell’attimo di totale spossatezza e soddisfazione li spinse a restare ancora abbracciati ad ascoltare il loro respiro affannoso.
    Perfetto...”, mormorò soddisfatto Prussia, facendo sorridere Cina che, esausto ma appagato, cercò un’ulteriore tenerezza stringendosi ancora all’ex Nazione.
    “ Sempre il solito presuntuoso, aru.”, sussurrò sorridendo Yao.
    “ Dico solo la verità... ma dimmi, come ti senti?”, domandò pigramente Gilbert, carezzando i capelli del cinese.
    Mm... felice, aru.”, rispose Cina allargando il suo sorriso, alzando il viso per osservare l’ex Nazione. “ Tu?”
    “ Potrà sembrarti strano ma... mi sento anch’io felice.”
    Non era strano... erano solo troppo simili per non provare le stesse emozioni e quello aveva un che di rassicurante che, nonostante fossero ormai le dieci passate, li cullò in un altro lungo sonno ristoratore.




    image


    Edited by p r i n c e s s KURENAI ~ - 7/1/2011, 20:14
     
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    Sora no Shita Daichi no Ue

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    Quanto li amo insieme questi due? Sono... perfetti! Sì, Gilbert, tu, così magnifico, lo sei ancora di più con Yao sìsì

    Il fatto che Yao pensi che siano simili mi è piaciuto perchè, per quanto non sembri, probabilmente è davvero così.

    Il dolore di Yao è molto simile a quello di Gilbert, onostante ora la Cina sia molto forte come nazione mentre la Prussia sappiamo che fine ha fatto ma questa dicotomia sembra far risaltare di più le cose che hanno in comune.

    Che Yao non si lasci mai andare per me è vero. Ma Prussia è insopportabile o lo assecondi o lo uccidi XD Poi piace anche a lui, quindi non si deve lamentare.

    Gilbert si comportva in modo gentile come non fa mai e sarebbe stato bello sapere lui cosa ne pensava del suo stesso atteggiamento ma sembra più sul POV Yao che su quello di Gilbert.
    Yao dev'essere rimasto stupito, anche Gilbo sa essere tenero <3 ma solo con chi merita sìsì u__u
    Forse anche Gilbert si è reso conto di quanto sono simili e per questo gli viene naturale comportarsi così.

    In ogni caso, visto che sai bene quanto sono in modalita GilYao in questi giorni, non posso che essere in adorazione nel leggere questa fiction. La attendevo da tanto **
    Ogni volta mi vien da pensare 'mi piacerebbe leggere cosa succederà da ora in poi a loro'

    Ma una mia idea ce l'ho e lo sai anche tu XD

    Yao sotto sotto è erotico al 100% *çç* Aaaaw *muore*

    Sono davvero belli<3 Ma tanto tanto<3 C'è bisogno di più amore per questa coppia sìsì
     
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1 replies since 5/1/2011, 19:46   89 views
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