5. Le Doux Oublier

NC-17 | Spagna/Francia, Inghilterra

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    Titolo: Ah, l’Amour...
    Titolo del Capitolo: Le Doux Oublier
    Fandom: Axis Power Hetalia
    Personaggi: Inghilterra (Arthur Kirkland), Francia (Francis Bonnefoy), Spagna (Antonio Fernandez Carriedo)
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Lemon, Yaoi, What if? (E Se...)
    Conteggio Parole: 1901 (Word)
    Note: 1. Nessun background storico, ho inserito l’avvertimento What If perché si tratta in ogni caso di una modifica della storia dato che le cose che scrivo non sono accadute.
    2. La dedico a Kuromi-Akira perché per lei ho inserito una piccola cosa<3 Sinceramente non ho resistito alla tentazioneXD

    { Ah, l’Amour ~
    - 5. Le Doux Oublier -



    L'aveva spinto sullo schienale del divano, piegandolo a novanta senza alcun complimento, per poi penetrarlo di nuovo in un unico deciso movimento che causò in entrambi un roco gemito di piacere. Secche e profonde le spinte aumentarono presto di ritmo e Francis, finalmente, dimenticò tutto.
    In quel momento, Arthur era sparito, ma c'era Antonio che, letteralmente e non, sfondava ogni sua difesa. America non esisteva più, ma c'erano però i testicoli dello spagnolo che, ad ogni affondo più intimo, sbattevano contro le sue natiche. Nessun gemito lo perseguitava né c'erano promesse da mantenere, ma la stretta dell'amante sui suoi fianchi per poter accompagnare l'ennesimo amplesso di quella lunga serata era lì, ed era vera e presente.
    " Francis!", l'esclamazione di puro piacere di Spagna si insinuò nelle orecchie del francese, ubriacandolo per qualche istante come il più dolce dei vini che lui tanto amava degustare. Assecondò con gioia le spinte, gemendo a sua volta il nome dell'amante, che stringendo l'erezione di Francia tra le dita, iniziò a masturbarlo fino a condurlo al limite.
    Gridò ancora, chiudendo le mani attorno alla testiera del divano come per sorreggersi, accompagnando i movimenti dell’amante fino a quando, in un altro alto gemito di piacere, il suo seme non andò a schizzare sulla pelle nera del loro improvvisato giaciglio. Svuotato da quell’orgasmo riuscì solo a mugugnare quando Antonio, in un’ultima spinta, si riversò in lui ansimando.
    Spagna uscì quasi subito dal corpo del francese ed osservò, compiaciuto ed eccitato, il suo sperma abbandonare lentamente, in piccole gocce bianche, l’arrossato orifizio di Francis. Si leccò le labbra e, con la sola punta della lingua, tenendogli le natiche larghe aiutandosi con i pollici, si impegnò per ripulirlo, stuzzicando al tempo stesso l’ancor più sensibile entrata.
    D-dieu...”, il corpo di Francia venne scosso da un violento sussulto di piacere e chiuse gli occhi per godersi quei lascivi preliminari. Quella sera sarebbe arrivato anche a dimenticarsi il suo nome, lo sapeva: ed era quello che desiderava.
    Dimenticare era dolce, soprattutto in quel modo. L’aveva sempre fatto e avrebbe continuato a farlo, soffocando il suo vero amore per donarlo in piccole parti a tutti i suoi amanti, perché lui era il Paese dell’Amore e rendere felici gli innamorarti e gli amanti era il suo compito, tutti lo ricordavano per quello, per la gentilezza e i modi raffinati, per la passione e per il suo avere la mano molto lunga. Donava felicità ma a nessuno importava se Francis lo era o meno.
    Era bravo nel dissimulare il proprio dispiacere e pochi erano quelli che erano in grado di capire quando qualcosa andava male o meno e, Spagna, era uno di loro. Conosceva il francese meglio di chiunque altro e si interessa veramente al suo stato d’animo: era il suo migliore amico, che altro avrebbe potuto fare?
    Non poteva costringerlo a dimenticare Inghilterra - gli sarebbe piaciuto avere il potere di farlo, in realtà - ma poteva aiutarlo a sfogarsi nell’unico modo che entrambi conoscevano e approvavano.
    Quindi, continuando a umettare e pulire l’orifizio dell’amante, lo spinse ancora contro il divano, facendogli sfregare la rinata erezione contro il rivestimento in pelle, causando in Francis un gemito di piacere che quasi invitò lo spagnolo a ripetere il movimento, costringendo l'amante a far ondeggiare il bacino, strusciando ancora la punta congestionata del membro sul seme che aveva schizzato poco prima.
    " Antonio...", ansimò. " Sono... pronto... muoviti...", lo pregò con voce roca Francia poco prima di ritrovarsi di nuovo spostato dalla sua posizione, seduto sulle gambe di Spagna che, baciandogli il mento poi le labbra, sorrise divertito.
    " Fai tu ora.", suggerì con tono malizioso inarcandosi per far sentire la sua eccitazione sulle natiche dell'amico che, fremendo per il piacere, si sollevò per impugnare l'organo con la mano, muovendola prima lenta dalla base fino alla punta prima di lasciarla scivolare all'interno del suo corpo. Si tese, socchiudendo gli occhi e quando il membro fu completamente dentro si lasciò sfuggire un gemito compiaciuto. Rimase immobile per qualche istante, godendosi i leggeri spasmi di Antonio in lui poi, facendo leva sulle cosce si sollevo facendolo uscire, rientrando subito dopo emettendo un sospiro, ripetendo subito dopo lo stesso movimento con più decisione, tremando per la scossa di piacere che gli attraversò la colonna vertebrale non appena la punta dell'erezione andò a sbattere contro la prostata.
    " Ah...", si alzò ancora e si impalò più velocemente, gemendo di nuovo nel sentire Spagna andargli incontro nell'affondo.
    " Dai Francis... ¿Estás cansado?", domandò lo spagnolo leccandosi le labbra, carezzando lascivo i fianchi del francese.
    " Mi sto solo godendo il momento, chere.", rispose ondeggiando su di lui facendolo mugugnare divertito.
    " Oh... si sente.", commentò, attirandolo a sé per chiudergli la bocca con le sue labbra, baciandolo con foga, godendosi la lascività dell'amico che aveva ripreso a muoversi su di lui.
    Sì, dimenticare per Francia era dolce e, nonostante la situazione emotiva dell'amante, anche per Spagna lo era.



    Premeva velocemente il dito sul tasto di chiamata dell’ascensore, agitato attendeva che le porte di metallo si aprissero ma erano lente, molto lente. E lui era lì, con il cuore a mille, la voglia di scoppiare e di prendere a pugni qualsiasi cosa.
    Aveva inutilmente tentato di calmarsi ma non era possibile. Continuava a non sentire nulla, solo sentimenti confusi e contrastanti, sapeva solo di voler pendere quel dannato ascensore che, quando si aprì, si mostrò già occupato.
    Stretti in un ben poco casto abbraccio, i vestiti slacciati e stropicciati, Gilbert Weillschmidt - ex Prussia che, nonostante la perdita di tutti i territori e l’unione con il fratello, continuava a molestare tutti con la sua presenza - e Yao Wang stavano appoggiati alla parete metallica, ed ovviamente erano stati chiaramente interrotti dalla loro piacevole occupazione.
    Inghilterra li guardò con fare assassino i due - voleva l’ascensore libero, voleva andare a nascondersi e dimenticare quello che aveva sentito e non aveva tempo da perdere, la sua resistenza era ormai al limite - e, mentre Cina tentava di nascondersi dietro il compagno, imbarazzato, Gilbert ricambiò con altrettanta irritazione l’occhiataccia che gli era stata rivolta.
    “ Le scale sono affianco, Inghilterra.”, dichiarò il tedesco, premendo di nuovo il pulsante dell’ascensore che l’avrebbe portato al piano della loro camera, lasciando solo Arthur che, mentre le porte si chiudevano, poté vedere l’albino sorridere - e non ghignare come al suo solito - e carezzare con una dolcezza che non gli apparteneva il capo di Yao, come a rassicurarlo e cancellare l’imbarazzo che l’aveva colto quando erano stati beccati. Gesto che mandò ulteriormente l’inglese sui nervi.
    Tutti erano felici... e lui? Fino a qualche minuto prima si sentiva in paradiso perché la sera prima aveva fatto l’amore con Alfred - la persona che desiderava da sempre - e anche quel vinofilo di Francis aveva deciso di smetterla di importunarlo per farlo essere felice - il francese si era dimostrato più intelligente di quel che sembrava.
    Ma allora perché America era lì in quella stanza con Russia? Perché la sua felicità era sempre destinata a finire così in fretta?
    Strinse forte i pugni, fino a far penetrare le unghie nei palmi. Sentì il dolore propagarsi da quelle ferite, ma non era niente in confronto a quello che sentiva nel suo cuore e, tremando, colpì il muro con un pugno. Un gemito abbandonò le sue labbra, ma ancora una volta non era la mano - che pulsava violentemente, mandando veloci scariche lungo tutto il braccio - a causargli dolore.
    Chiude gli occhi, mordendosi le labbra come per trattenersi, e senza più pensare salì di corsa lungo le tante rampe di scale. Incespicò alcune volte, cadendo con le ginocchia sui gradini, cieco a causa delle lacrime che, prepotenti, avevano iniziato ad offuscargli lo gli occhi, ma neanche quello riuscì a fermarlo dalla sua folle corsa e riuscì finalmente a superare quei due piani che lo separavano dall’unico posto nel quale voleva essere e, guardando la porta chiusa iniziò a bussare forte, sperando che fosse in camera.
    “ Francis! Francis apri, dannazione!”, esclamò, trattenendo come poteva tutte le lacrime.
    Forse era una mossa stupida e azzardata ma era sempre stato così... quando stava male, Francia, era sempre lì. Pronto ad ascoltarlo e ad abbracciarlo, rimanendo in silenzio, salvo poi rovinare tutto allungando troppo le mani.
    “ Francis! Francis... vieni ad aprirmi... ti prego...”, appoggiò la fronte alla porta. Non voleva restare solo, non voleva tornare in camera sua dove si sarebbe ricordato tutto quello che aveva fatto con Alfred... non voleva.
    Voleva solo che Francia, quella dannata rana, aprisse la porta della sua stanza e, come sempre, lo accogliesse tra le sue braccia.
    Voleva solo quello in quel momento.

     
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  2. SupeRota
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    [...]si sollevò per impugnare l'organo con la mano, muovendola prima lenta dalla base fino alla punta prima di lasciarla scivolare all'interno del suo corpo.
    C'è una ripetizione di "prima", qui.

    [...]facendo leva sulle cosce si sollevo facendolo uscire.
    Sollevò, non sollevo ^^

    Inghilterra li guardò con fare assassino i due[...]
    Qui ripeti due volte il complemento oggetto °°

    Oh, Spagna continua a essere il perfetto amante che è <3 *preferisco Spagna a Francia in questo, chiedo perdono XD* E anche come amico, come dire, direi che sa esattamente come muoversi e come agire. L'ideale per certe situazioni <3
    E ora si andrà a vedere cosa succederà quando Arthur trova Francis e Antonio assieme ù.ù
     
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  3. »Assassin Panda´
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    Niente, adoro ancor di più Spagna, che ci posso fare? E ancor di più sono dispiaciuta per Arthur: prima gli tocca vedere far sesso Ivan e Alfred, poi coccolarsi carininamente (?) Gilbert e Yao (°ç°) e infine... non voglio immaginare che succederà quando gli aprirà la porta çAç *anche se è troppo curiosa e vuole leggere il capitolo successivo*

    Il rapporto tra Spagna e Francia poi rimane perfetto ed inattaccabile: sembrano proprio due migliori amici e Antonio è disposto a molte cose per vedere Francis sempre meno triste. Poi mi ha colpito questo pezzo:

    CITAZIONE
    L’aveva sempre fatto e avrebbe continuato a farlo, soffocando il suo vero amore per donarlo in piccole parti a tutti i suoi amanti, perché lui era il Paese dell’Amore e rendere felici gli innamorarti e gli amanti era il suo compito, tutti lo ricordavano per quello, per la gentilezza e i modi raffinati, per la passione e per il suo avere la mano molto lunga. Donava felicità ma a nessuno importava se Francis lo era o meno.
    Era bravo nel dissimulare il proprio dispiacere e pochi erano quelli che erano in grado di capire quando qualcosa andava male o meno e, Spagna, era uno di loro. Conosceva il francese meglio di chiunque altro e si interessa veramente al suo stato d’animo: era il suo migliore amico, che altro avrebbe potuto fare?

    é stupenda çAç insomma, descrive moltissimo i sentimenti che Francia tiene repressi e il magnifico rapporto di amicizia tra lui e Spagna. é meraviglioso çAç
     
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2 replies since 9/11/2009, 19:35   266 views
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