4. L'Amère Vérité

NC-17 | Spagna/Francia, Russia/America, Inghilterra

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    ~ The Huntress Princess
    Posts
    83,917
    Reputation
    +2

    Status
    Anonymes!
    Titolo: Ah, l’Amour...
    Titolo del Capitolo: L’Amère Vérité
    Fandom: Axis Power Hetalia
    Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirkland), America (Alfred F. Jones), Russia (Ivan Braginskij), Spagna (Antonio Fernandez Carriedo)
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Lemon, Yaoi, What if? (E se...)
    Conteggio Parole: 1396 (Criticoni)
    Note: Nessun background storico, ho inserito l’avvertimento What If perché si tratta in ogni caso di una modifica della storia dato che le cose che scrivo non sono accadute.

    { Ah, l’Amour... ~
    - 4. L’Amère Vérité -



    ¿Estás bien Francis?”, indagatori gli occhi verdi di Antonio scrutavano quelli azzurri del amico: era preoccupato e non ne faceva mistero. Conosceva Francia da una vita e poche erano state le volte che l’aveva visto con quel sorriso - forzato per mostrare un’impossibile felicità che pareva non voler più appartenere alla Nazione - e la causa era sempre la stessa: Inghilterra.
    Oui, Espagne. Tranquille.”, rispose, piegando ancora le labbra in quella smorfia che, per un occhio non allenato, poteva sembrare uno splendido sorriso.
    “ Che ha combinato Arthur?”, chiese a bruciapelo, mentre chiamava l’ascensore.
    “ Sto bene, Antonio. Non preoccuparti.”
    Non convinto dalla risposta, lo spagnolo lo spinse all’interno del vano appena aperto e, non appena pigiato il pulsante del piano delle loro camere, lo fissò in attesa.
    “ Sono il tuo migliore amico, Francis! Quindi dimmi che è successo.”
    “ Non posso... l’ho promesso.”, e all’occhiataccia di Spagna - poteva essere ingenuo ma era anche decisamente pericoloso quando voleva - tentò di continuare. “ È solo che la felicità di Arthur fa male...”, soffiò in conclusione Francia, tenendo il capo basso. Solo con Antonio poteva permettersi di farsi vedere in quello stato; lo spagnolo conosceva tutto di lui e non poteva nascondergli nulla:, eccetto quello che aveva promesso di non dire. Il moro era il suo migliore amico, ma nulla era in grado di costringerlo a rompere una promessa fatta ad Inghilterra. Niente.
    Tú eres un estúpido.”, lo insultò Spagna con tono esasperato. “ Quante volte ti ho detto di lasciarlo perdere?”
    “ L’ho fatto...”, mormorò, bloccando qualsiasi altra offesa da parte dell’amico. “ Ho dovuto. Ma te l’ho detto: non posso parlare.”
    Eh no…”, le porte dell’ascensore di aprirono e, Antonio, afferrando Francis per il braccio lo trascinò fuori. “ Tu lo farai, altrimenti, ti lego al letto e non ti slego più. Parlerai sicuramente.
    “ Non ne saresti capace.”, ribatté Francia, lasciandosi portare verso la sua camera.
    “ Lo sono.”, rispose con sicurezza Spagna, tendendo la mano per ricevere le chiavi della stanza che l’altro gli consegnò subito.
    “ Non resisteresti vedendomi legato al letto, potenzialmente indifeso.”, sussurrò con voce sensuale il francese, premendosi sul corpo di Antonio impegnato ad aprire la porta.
    Già: non ci sarebbe riuscito, ma l’avrebbe fatto parlare. Quindi, una volta dentro, lo guardò incrociando le braccia al petto.
    “ Quello che mi dirai non uscirà né da questa camera né dalla mia bocca. Lo giuro. Sei il mio migliore amico, non farei nulla per farti del male... sai che cerco di aiutarti se posso.”
    Seguì il francese fino al divanetto davanti all’ingresso, dove lo osservò privarsi dell’elegante giacca blu notte.
    “ Puoi solo fare tanto sesso con me e aiutarmi in questo modo a dimenticare.”, le labbra di Francis si piegarono in un sorrisetto malizioso.
    “ Prima mi dici che è successo con Arthur poi facciamo tanto di quel sesso che tu domani non riuscirai a sederti.”, promise Antonio, facendo sospirare il francese che si coricò sul divano.
    Non voleva svelare quel che aveva sentito - l’aveva promesso - ma i gemiti di quei due continuavano a rimbombargli in testa, crudeli.
    “ Niente uscirà da questa stanza.”, lo rassicurò serio l’altro. La situazione sembrava più grave del solito, non ne sapeva ancora il motivo ma era certo che fosse così.
    “ Che vuoi che ti dica?”, mormorò con tono arreso Francia. “ Ora sarà con il suo amato America a fare l’amore...
    “ Cosa?!”, esclamò Antonio stupito.
    “ Non urlare...”, lo riprese con rassegnata calma il biondo. “ L’altra sera stavo andando da Iggy... sai la classica sessione di consolazione e sesso, e li ho sentiti. Dieu, ho i loro gemiti che mi rimbombano in testa e non se ne vanno.”, si lamentò.
    “ E che cosa hai promesso?”
    “ Arthur mi ha chiesto di non parlare di quel che ho sentito... non vuole che si sappia... e oltre te, nessun altro lo saprà. Ora è veramente felice finalmente e non voglio se soffra ancora a causa mia.”
    Spagna sospirò e si sedette a cavalcioni sull’amico; in quel momento capiva il perché di quell’odioso sorriso, e aveva ragione: era colpa di Inghilterra, anche se quella volta era tutto più grave. Quindi si chinò e lo baciò con dolcezza, infilando la lingua dentro le labbra dell’amico, esplorandole e coinvolgendolo in quell’erotica danza. Come sempre, l’avrebbe aiutato a dimenticare.
    Si lasciò allora spogliare della giacca mentre le sue mani vagavano sul petto di Francis aprendo uno ad uno i bottoni della camicia, carezzando con le sole punte delle dita la pelle messa a nudo, causandogli i primi brividi di piacere. Strinse un capezzolo tra l’indice e il pollice, tirandolo leggermente e, interrompendo il bacio per lasciare che un lieve mugugno da parte dell’amante abbandonasse la bocca.
    " Se vuoi puoi chiamarmi Arthur.", scherzò Antonio, sostituendo la lingua alle falangi, causando un gemito e una risata nel francese: dannatamente forzata.
    " Non sono mica così disperato.", rispose Francis con tono sincero. " Poi neanche sforzandomi ci riuscirei. La sua pelle è latte e la tua cioccolato al latte."
    " Si vede che stai meglio.", sorrise lo spagnolo sollevato, armeggiando con i pantaloni di Francia. " Sei sempre il solito romanticone."
    " Oh beh... è una cosa innata.", il biondo alzò il bacino per permettere all'amante di sfilargli i calzoni, facendo ridacchiare l’altro.
    " Molte cose sono innate in te.", ammise Antonio, carezzando con lo sguardo il corpo nudo dell'amico. " Come lo vuoi?", in quei casi sapeva benissimo che desiderava ma lo chiedeva ormai per abitudine.
    " Niente preliminari. Facciamo una cosa veloce."
    " Masochista.", ironizzò alzandogli una gamba, fino a farla appoggiare alla sua spalla.
    " Suvvia. So di essere abbastanza largo date le manie tue e di Gilbert. E non crediate di essere gli unici ad avere l'onore di avermi sotto."
    Un verso fintamente deluso lasciò le labbra di Antonio che, veloce, si slacciò i pantaloni, andando ugualmente a penetrare con due dita il francese che, si spinse subito verso di lui in un erotico mugolio.
    " 'Tonio..."
    " Io sono sopra e io decido.", ghignò lo spagnolo, muovendo le falangi allargando l'amante senza incontrare lamenti.
    " Ecco perché odio fare sesso con te.", si inarcò mugugnando in un tono fintamente arrabbiato.
    " Francis... Francis... quando vieni a letto con me fai di tutto tranne che odiarmi.", insinuò Spagna, allontanando le dita e causando in Francia un gemito frustrato. " Oh, ma cos'ho sentito. Frustrato?"
    " Antonio!", si strusciò sensualmente sull'amico. " Fallo o giuro che sarò io a prenderti e ti assicuro che non ti tratterò come una delle mie rose."
    Una risata cristallina lasciò le labbra dello spagnolo.
    " Non ho capito la minaccia ma d'accordo.", acconsentì, usando la mano per guidare la sua erezione all'interno dell'amante, prima lentamente e poi in un’unica spinta che causò un urlo al francese.
    " Dieu, 'Tonio...", ansimò chiudendo gli occhi e gemendo leggermente alle successive spinte. Spagna sapeva cosa voleva in quelle situazioni: voleva dimenticare provando anche dolore, non era assolutamente importante quel che sentiva. Poi, dopo, poteva anche lasciarsi andare al piacere. Tanto l'avrebbero fatto tante volte, Antonio in quanto resistenza era quasi pari a lui.



    Era incredibile come un semplice passo in una camera fosse in grado di congelare il sangue di qualcuno, distruggendo ogni sogno e speranza, e questo, Inghilterra, lo stava provando su di sé mentre, fermo nel piccolo ingresso della stanza di America, lasciava che le sue orecchie venissero stuprate dai gemiti del suo Alfred e di quello che pareva essere Russia - quel dannato Ivan che l'americano continuava a invocare in quello stesso modo così erotico che, solo la notte prima, era rivolto a lui.
    Deglutì e, come se non riuscisse più a respirare né a sentire il cuore battere, si portò una mano al petto artigliando la giacca in una ferrea presa, chiuse gli occhi ma orribili immagini dell'amplesso della sua forma di felicità - era ancora possibile chiamarlo in quel modo? No. Sicuramente no - e del russo gli balenavano davanti.
    Era troppo sconvolto per provare qualsiasi sentimento - non sentiva né stupore né rabbia, né dolore né gelosia... non sentiva niente - e provò a muoversi verso l'uscita - sentiva di essere però incapace di continuare a sentire quei gemiti - ma le sue gambe parevano quasi aver messo le radici in quel luogo, costringendolo a sentire quei dannati ansiti che distruggevano poco a poco il suo cuore.
    E solo, quando un urlo di puro piacere - avevano raggiunto l’orgasmo: ne era certo - si insinuò ancora in lui, riuscì finalmente a scappare, infilandosi nell’unico posto che riteneva sicuro in quell’istante.
     
    .
  2. SupeRota
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    E ho amato Antonio. Sul serio.
    Perché nella mia visione, se Francis è l'amante cortese e romantico, Antonio è quello passionale. E qui ci sta tutto, davvero.
    Cielo, è davvero stupendo **
     
    .
  3. »Assassin Panda´
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Che carino Antonio ;W;
    Mi è piaciuto un sacco, soprattutto quando tenta di consolare Francis cercando di capire che succede e lui gli chiede se a renderlo triste è stato Arthur. Cioè. Questa è amicizia complice! Che cosa bella! Soprattutto quando lo prepara anzichè penetrarlo direttamente come vorrebbe Francia.

    Ci sono rimasta male per Inghilterra, hai descritto così bene i suoi sentimenti che è come se fossi stata al suo posto. Dev'essere stato angosciante, porino ;A; *è sempre dell'idea di sopprimere Alfred*
     
    .
2 replies since 3/11/2009, 22:31   267 views
  Share  
.
Top
Top