1. Pour ton Bonheur

NC-17 | America/Inghilterra, Francia

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    Titolo: Ah, l’Amour...
    Titolo del Capitolo: Pour ton Bonheur
    Fandom: Axis Power Hetalia
    Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirkland), America (Alfred F. Jones)
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Lemon, Yaoi, What if? (E se...)
    Conteggio Parole: 1795 (Word)
    Note: Nessun background storico, ho inserito l’avvertimento What If perché si tratta in ogni caso di una modifica della storia dato che le cose che scrivo non sono accadute.

    { Ah, l’Amour... ~
    - 1. Pour ton Bonheur -



    Già sapeva, mentre attraversava i corridoi deserti dell'hotel, che la serata non sarebbe andata come sperava - sognava di dargli il grande mazzo di profumate rose rosse che portava, di ricevere un sorriso imbarazzato come risposta, di essere invitato all'interno della stanza dove avrebbero parlato, bevuto qualche bicchierino e si sarebbero baciati finendo per fare l’amore sul divano e poi in altri luoghi - ma, nonostante ciò, non riusciva a cancellare il lieve e furbo sorriso che gli increspava le labbra. Era conscio che il suo occasionale amante avrebbe buttato via le rose ritenendole uno scherzo - e in parte lo erano anche -, l'avrebbe insultato e gli avrebbe sbattuto la porta sul naso, salvo poi riaprirla poco dopo - la fredda morsa della solitudine l'avrebbe spinto a farlo - e per invitarlo ad entrare. Li avrebbe sopportato le lamentele dell'amante tra un bicchiere e l'altro, per poi aiutarlo a dimenticare i dolori e i dispiaceri con il dolce ed appagante sesso.
    Francia conosceva abbastanza bene Inghilterra e ormai non si stupiva più riguardò i suoi strani e lunatici atteggiamenti: sapeva come prenderlo - letteralmente e non. Per questo il suo sorrisetto si allargò dinnanzi alla porta della nazione inglese, salvo poi bloccarsi nel sentire un malcelato gemito di piacere.
    Aggrottò le sopracciglia e, confuso, restò in ascolto: possibile che stesse facendo una di quelle sue maratone di masturbazione?
    Che non l’avesse aspettato? D’accordo, Arthur non sapeva che lui sarebbe arrivato ma poteva ugualmente attendere un po’ oppure venirgli incontro.
    Stupide Angleterre. Ora arriva il Fratellone Francia a darti una mano.”, borbottò sghignazzando, alzando il pugno per bussare, chiaramente intenzionato a interrompere i piacevoli intrattenimenti inglesi che, soffocati, continuavano ad scivolare fuori dall’uscio.
    Arthur...
    Una terza voce bloccò ancora la mano del francese: era stato un sospiro, basso ma carico di piacere. Per chiunque sarebbe stato impossibile da riconoscere ma non per lui: Francia sapeva a chi apparteneva quel gemito. Per quanto sommesso, coperto in parte dai sospiri di Inghilterra e dalla porta, quello che stava con l’inglese era America. Ne era sicuro, quando si trattava di quelle piacevoli pratiche, lui era un vero esperto e avrebbe riconosciuto tra mille la voce di un suo compagno di letto e lui, con l’americano, c’era andato varie volte.
    Abbassò l’arto stringendo il pugno, un sospiro abbandonò le labbra che poi si piegarono in un sorriso: non era propriamente dispiaciuto - infondo, poteva avere tutti gli amanti che voleva - e anche se la sua serata a base di sesso era andata in fumo era felice - sì, felice - che Inghilterra fosse finalmente insieme alla persona che amava visto che non erano un mistero i sentimenti dell’inglese verso la sua ex-colonia. Tolse quindi una rosa dal mazzo, inspirandone il profumo, infilandola delicatamente nella serratura in modo da farla trovare ai due più tardi.
    Bonne chance, Angleterre.”, sussurrò, carezzando un’ultima volta la rosa con le sole punte delle dita per non rovinarla. “ Pour ton bonheur.”, e si allontanò poi per il corridoio facendo rapidamente memoria su chi occupava quelle stanze: non sarebbe andato in bianco in alcun caso quella notte.



    Inghilterra si volse, sudato, verso la porta d'ingresso assottigliando gli occhi come per mettere a fuoco un improbabile figura. Subito, a quel suo movimento, le labbra dell'americano si posarono sul suo collo, lambendolo lentamente con la lingua e lasciando una rossa scia di segni, mentre le mani continuavano a masturbarlo senza mai fermarsi. Mugugnò, spingendosi senza ritegno verso le mani, senza però distogliere lo sguardo dall’uscio: gli era parso di sentire qualcosa. Non ne era totalmente sicuro, le sue orecchie erano piene solo di Alfred ma aveva avuto quella dannata impressione.
    Arthur...”, indispettito da quella distrazione, America, frizionò la punta dell’erezione dell’inglese con il pollice, facendolo inarcare sotto di lui in un alto gemito. " Guardami.", un sorriso carico di malizia brillò nella semioscurità della stanza, spingendo all’istante Inghilterra, ancor più ansimante, a prestargli di nuovo la sua completa attenzione.
    " A-alfred...", soffiò, senza riuscire a nascondere un sorriso dinnanzi al giovane uomo che lo sovrastava: a lui spettava tutta la sua attenzione e non ad un rumore che poteva anche essersi sognato. Perché, infondo, tutto il resto che lo circondava era ormai privo di importanza in quel momento, niente poteva superare quello che stava vivendo sulla moquette della sua stanza d'albergo con America. Niente.
    Esistevano solo le labbra di Alfred sulla sua pelle, le mani grandi e forti sulla sua erezione pulsante, il caldo respiro che lo sfiorava facendolo rabbrividire e la roca voce dentro le sue orecchie - per anni l’aveva immaginata e, stupidamente, si sentiva venire come un ragazzino alla sua prima volta solo nel sentirlo pronunciare il suo nome con quel tono dannatamente erotico - ed era tutto stupendamente perfetto.
    Alfred...” soffiò ancora socchiudendo gli occhi ed allungando, tra gli spasmi di piacere per l’ininterrotta masturbazione, le braccia per attirarlo a sé, ed intrappolare le labbra dell’amante in un lungo bacio. Non c’erano parole né per descrivere quanto avesse desiderato vivere quel momento né come si sentiva dentro: era finalmente con America, con il suo America, e tutto era perfetto. Assolutamente magnifico: dalle carezze sul suo membro, maliziose ed eccitanti, alla bocca che aveva preso senza alcuna difficoltà il controllo di quel bacio. E dire che era iniziato tutto con l’ennesimo, normale, litigio. Futilità come al solito, tant’è che non si ricordava neanche il motivo della discussione, erano arrivati però agli schiaffi e agli spintoni poi, c’era stata un’improvvisa caduta sul pavimento coperto dalla morbida moquette blu sul quale aveva trascinato anche America nel tentativo di restare in piedi.
    Da lì in poi tutto era stato come un giro sulle montagne russe. Forse era stata la posizione un po’ compromettente, forse la frustrazione e le piccole lacrime che erano nate agli angoli degli occhi dell’inglese - da attribuire un po’ alla botta e un po’ ai due bicchieri di Brandy che si era scolato poco prima - o forse, come sperava Inghilterra, era colpa del reciproco desiderio che li univa, fatto sta che le loro labbra si erano incontrate e tutto il resto era scomparso. Ed era finalmente felice.
    Permise anche alle dita di America di penetrargli la bocca e le carezzò con la lingua inumidendole con la sua saliva, godendosi il mugugno dell’ amante a quel gesto. Le falangi vennero allontanate però poco dopo e, donandogli una lasciava carezza sul petto, Alfred gli sorrise ancora malizioso - in un inutile lampo di ragione si chiese dove avesse preso tutta quella malizia, ma trovò subito la risposta: non voleva saperlo, infondo America era cresciuto senza di lui e aveva sicuramente fatto le sue esperienze, nonostante continuasse a comportarsi come un ragazzetto ingenuo - cosa che spesso trovava a dir poco irritante. Chiuse le labbra tra i denti a quel pensiero, trattenendo nello stomaco la morsa di gelosia che lo colse, violenta e fredda. Solo una cosa lo consolava: Arthur era sicuro di non essere uno dei tanti. In fondo per secoli era stato per America una figura molto importante e anche dopo l’indipendenza in lui continuavano a vedersi chiari segni della colonizzazione inglese.
    Sì, lui non era solo uno dei tanti. E questo servì non solo a sciogliere la morsa di gelosia che l’aveva attanagliato, ma anche a ubbidire all’ordine che poco dopo lasciò la bocca di Alfred con tono autoritario ma, ancora una volta, stupendamente erotico.
    Voltati.”, Inghilterra deglutì emettendo un leggero gemito eccitato e si mosse nella moquette fino a stendersi di pancia. Senza che gli venisse detto nulla - non era un verginello, sapeva cosa voleva fare America e, God, lo desiderava con ogni fibra del suo corpo -, alzò il bacino poggiando le ginocchia sul pavimento, mostrando all’amante la sua stretta entrata priva di difese - nascondendo immediatamente il viso tra le braccia, celando in quel modo l’imbarazzante rossore che gli tinse ulteriormente le gote. Chiuse gli occhi e, senza neanche attendere troppo, sentì l’umido indice di America carezzare il suo orifizio poco prima di penetrarlo lentamente, strappandogli un mugugno.
    Lunga la falange lo esplorò senza mai fermarsi, spingendo e allargando le calde pareti, accompagnata poi anche dalla curiosa lingua che, facendosi spazio, umettò i bordi ruvidi dell’entrata facendola fremere insieme all’intero corpo dell’inglese, per poi scendere verso i testicoli. Subito, le mani di Inghilterra scattarono davanti alla bocca per impedire ad un urlo di riempire la stanza e, scosso da violenti brividi, quasi faticò a restare in quella posizione, soprattutto quando le labbra di Alfred iniziarono a succhiare la delicata e sensibile pelle percorsa poco prima dalla lingua.
    Tremante per quell’assordante piacere neanche si accorse delle altre due dita, divenute ormai tre, che iniziarono a penetrarlo. Era troppo, tutto era troppo bello e troppo piacevole. Il suo cuore batteva all’impazzata quasi volesse esplodere e, per una volta, non era né per il dolore né per la rabbia. Era veramente felice. Mute lacrime, infatti, iniziarono a percorrergli il viso e Arthur non si sentì neanche stupido per quella debolezza.
    A-alfred...”, gemette ancora, spingendosi verso le falangi che, quasi malignamente, vennero ritirare lasciando nell’inglese un acceso senso di frustrazione misto ad un vago sentore di vuoto. Poco dopo la risata di America si insinuò nelle sue orecchie, divertita e, ancora una volta, maliziosa.
    Hai fretta, Arthur?”, domandò con il suo solito tono irritante, carezzandogli i fianchi.
    Idiot!”, sbottò, tremando però per il leggero tocco. “ Vedi di muoverti o cambio idea!”, era una bugia bella e buona, ed entrambi ne erano al corrente. Inghilterra non avrebbe mai cambiato: era testardo e orgoglioso, ma era anche stupidamente innamorato di quello che un tempo chiamava fratello. Aveva finalmente ottenuto quel che voleva e niente l’avrebbe fatto allontanare da America.
    As you wish, Arthur...”, soffiò subito l’americano con voce divenuta di nuovo roca ed eccitante, posando, con l’aiuto della mano, la sua turgida erezione sull’orifizio anale di Inghilterra, che riuscì a bloccare tra le dita un singulto di piacere per quella breve carezza. Ancora incredulo dinnanzi a quel tanto atteso atto, trattenne i bassi lamenti di dolore alla lenta penetrazione: era normale provarlo, non l’avrebbe fermato per così poco. Prese un prese un profondo respiro, neanche per lui era ovviamente la prima volta - anche se si sentiva dannatamente impacciato - l’aveva fatto così tante volte ormai che aveva perso il conto e cercò quindi di rilassare i muscoli, come era solito dirgli sempre Francia.
    Ovviamente scacciò subito via quel pensiero, non era assolutamente il momento di pensare a per dannato vinofilo che alloggiava nel suo letto di tanto in tanto, doveva solo pensare ad Alfred e a quanto si sentisse felice in quell’istante mentre le spinte diventavano sempre più profonde e veloci, facendolo gemere incontrollato di piacere.
    Sì, era veramente felice finalmente.


    Edited by p r i n c e s s K U R E N A I ~ - 29/1/2010, 00:03
     
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  2. Hidan. ~
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    Premettendo che l'ho riletta, e che quindi so già il seguito (=ççç=), sono qui a commentare capitolo per capitolo quella che è la mia ff preferita!<3


    Questa non è una ff.
    Qusto è un capolavoro.
    Situazioni così ne si possono leggere a bizzeffe ma...
    Dove si trovano i veri personaggi di Hetalia se non tra queste righe?
    Un IC oserei dire sublime, e no, non sto esagerando!
    Lo stile?
    Awww!<3 Impeccabile.
    E quel meraviglioso Francis - perchè si, cazzo, è perfetto! - non può che rubarti l'attenzione e il cuore sin dalle prime righe.
    Lui, la Nazione dell' Amore che prende solo due di picche da quel "simpatico" sopracciglione... Una storia già nota, ma mai resa perfetta se non qui.

    Arthur che finalmente si fa il suo fratellino adorato è l'unico tasto dolente, ma perchè non parteggio per loro!u.u

    Non saprei che altro aggiungere se non che Alfred è di Iv... X3
    Ooops, niente spoiler!XD

    Continuo nella rilettura fratellah!<3
    E grazie per aver composto una tale delizia per gli occhi e per il cuore!u.u

    (Si, stanotte sono per i paroloni e per gli elogi. - meritatissimi, sia chiaro!u.u -)
     
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    Grazie sorelloH!
     
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  4. SupeRota
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    Un piccolo commento tecnico, se mi è concesso, prima di lasciare le mie impressioni <3

    Prese un prese un profondo respiro [...]
    Qui semplicemente hai fatto un errore di battitura, niente di che XD Ma mi sembrava giusto segnalartelo <3

    Sì, era veramente felice finalmente.
    Qui, se posso dire la mia, avrei inserito una virgola tra "felice" e "finalmente", per rendere più enfatica la frase. Poi, beh, sono scelte tue, io dico solo la mia opinione <3

    Per il resto...
    Ammetto con un certo imbarazzo che questa è la prima volta che leggerò integralmente la tua fan fiction, cercando di lasciare anche un breve commento dopo ogni capitolo, giusto per avere alla fine un'idea anche più chiara.
    Per ora, direi che le basi per una buona trama ci sono. Il triangolo amoroso, se ben affrontato, può dare meravigliosi frutti.
    Per l'IC, direi che, messi in questo contesto, i personaggi sono decisamente inerenti.
    Lo stile mi piace, è bene ribadirlo.
    Bene, ora tocca al prossimo <3
     
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  5. »Assassin Panda´
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    Lo so che questa fanfiction l'hai scritta tempo fa, ma ritrovarmi ora tra le mani una tua fiction con degli intecci Inghilterra/America mi sembra molto strano XD
    Comunque ho amato Francia in quel momento, quando si blocca davanti alla porta sentendo Alfred e Arthur. Il suo gesto, quello di infilare la rosa nella serratura e di augurargli buona fortuna, è semplicemente troppo romantico e decisamente adatto ad una persona come Francis.

    Invece non sono riuscita a farmi piacere la scena erotica con Inghilterra ed America. Non perchè tu non l'abbia saputa rendere bene, anzi trovo che i personaggi siano molto più IC che non in certe altre fanfiction, però boh sarà il mio astio verso la coppia XD Ora scappo a leggere il secondo *W*
     
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4 replies since 1/11/2009, 15:33   313 views
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