Weakness

NC-17 | Chuck Hansen/Hercules Hansen

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: Weakness
    Fandom: Pacific Rim
    Personaggi: Chuck Hansen, Hercules Hansen
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Oneshot, Slash, Lemon, Incest
    Conteggio Parole: 785
    Note: 1. Scritta di getto davanti a questo prompt della community Pacific Rim Kink Meme
    2. PWP con un pizzico di sentimento *muore*
    3. Se ve lo chiedete... no: non è betata XD




    Herc ansimava contro il palmo della mano di Chuck. Stringeva i pugni contro il muro, tremando e tentando di non spingersi verso l’altra che lo toccava sfregandosi ritmicamente sul suo sesso.
    Ma era difficile. Perché Chuck era tutto quello che lo circondava: dal suo profumo ai suoi modi.
    Lo costringeva al silenzio perché odiava sentirlo parlare - non voleva sentire la sua voce perché apparteneva a suo padre - ma al contrario lui parlava tanto.
    Lo faceva direttamente nel suo orecchio, sussurrando delle cose così oscene che chiunque avrebbe perso la testa anche solo nel sentirle.
    Chiuse gli occhi ed il suo bacino andò inconsciamente incontro alla mano di Chuck, lo sentì addirittura ridacchiare per quella sua reazione.
    « Non resisti più?», gli chiese divertito, « Vuoi che ti faccia venire?», insistette, rallentando di un poco le sue carezze. Herc, pur non potendo parlare, non riuscì a trattenere un mugugno contrariato e Chuck, compiaciuto, aumentò di nuovo il ritmo fino a renderlo frenetico.
    Gli leccò l’orecchio, premendo il bacino contro le natiche dell’uomo per fargli sentire la sua erezione ancora insoddisfatta, rinchiusa dentro i pantaloni.
    Herc non poté non fremere per il piacere, imprecando mentalmente per quei brividi che lo scossero.
    « Lo vuoi? Vuoi che ti prenda così? Qui, contro il muro?», lo interrogò ancora il ragazzo, muovendo il bacino.
    L’uomo si costrinse a restare immobile, gemendo però più chiaramente quando la mano di Chuck abbandonò la sua bocca. Lo sentì muoversi alle sue spalle poi alle sue orecchie giunse il rumore metallico della cintura e quello della zip, seguiti poi dal frusciare dei pantaloni che venivano abbassati.
    L’erezione di Chuck premette contro le sue natiche ed Herc, incapace di trattenersi, gli andò incontro mordendosi le labbra.
    Altre maliziose domande giunsero alle sue orecchie, ma non rispose perché Chuck non voleva sentirlo parlare ed l’uomo, nonostante tutto, non voleva che tutto quello finisse.
    Due dita umide penetrarono subito nella sua apertura, strappandogli un vago lamento. Le sentì subito muoversi e vagare tra la sua carne, spingersi sempre più in fondo e piegarsi quando ai bassi lamenti si aggiungevano dei mugugni.
    Herc, accettando il desiderio del figlio, si lasciò scopare da quelle dita muovendosi verso di lui senza pudore perché ormai, come diceva sempre, se quello era l’obiettivo lui doveva sparare.
    Le dita scavarono ancora nella sua apertura, e quando l’orgasmo si fece prossimo Chuck glielo negò ancora, allontanando le falangi ed arrestando i movimenti dell’altra mano.
    La frustrazione proruppe con un gemito dalle sue labbra, ma venne subito bloccata dall’erezione del ragazzo che si fece strada dentro la sua apertura.
    Chuck riprese a masturbarlo, donandogli quelle piccole attenzioni volte a fargli dimenticare l’iniziale fastidio - quella era l’unica dolcezza che suo figlio sembrava essere in grado di concedergli.
    Il ragazzo fece ondeggiare il bacino, spingendo l’erezione all’interno dell’orifizio di Herc un poco alla volta.
    « Sei maledettamente stretto», ringhiò Chuck, mugugnando poi qualcosa che alle orecchie dell’uomo suonò come un “papà” che gli lasciò tuttavia l’amaro in bocca.
    Perché quella era e sarebbe rimasta solamente una piccola debolezza che il ragazzo avrebbe negato fino alla morte, esattamente come quell’amplesso che si faceva sempre più intenso.
    Chuck infatti raggiunse presto l’orgasmo gemendo direttamente nel suo orecchio senza neanche tentare di trattenersi. Herc sentì invece il viso bruciare ancor di più dinnanzi alla sensazione di quel seme caldo che lo riempieva, ma distratto dalle carezze ormai sempre frenetiche del figlio, non poté far altro che ansimare a sua volta prossimo all’apice.
    « Vieni per me, vecchio», sibilò Chuck con voce roca, rubandogli dei nuovi tremiti che lo condussero ad un violento orgasmo. Il suo seme schizzò sul muro e sul pavimento, sporcando la mano del ragazzo e privando l’uomo per qualche istante dell'equilibrio.
    Rischiò quasi di accasciarsi contro il muro ma Chuck, scivolando fuori dal suo orifizio, lo afferrò per le spalle e lo costrinse con la schiena sulla parete.
    La mano del ragazzo si posò prontamente sui suoi occhi con fermezza, impedendogli di guardarlo in volto, e a quel gesto ne seguì subito un bacio quasi rabbioso.
    Le gengive e i denti si scontrarono con forza, dando un sapore ferroso a quel bacio, ma nessuno dei due si allontanò o dimostrò di trovare spiacevole quello scontro mentre le loro lingue si intrecciavano.
    Herc non ebbe il coraggio di fiatare neanche quando Chuck, staccandosi come scottato, si sistemò rapidamente i pantaloni per allontanarsi con altrettanta premura.
    Osservò la figura del figlio sparire nel corridoio deserto e soffocò a stento il bisogno di corrergli dietro e di abbracciarlo. Desiderava stringerlo con forza a sé, dirgli che lo amava e che sarebbe andato tutto bene…
    Inghiottì quell'assurda necessità - era certo che Chuck non lo avrebbe mai perdonato per una simile debolezza - e passandosi la mano in viso con fare stanco e quasi sconsolato, cercò a sua volta di imitarlo e di rivestirsi.




     
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