Feelings

NC-17 | Newton Geiszler/Hermann Gottlieb

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  1. #Michelle
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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: Feelings
    Fandom: Pacific Rim
    Personaggi: Hermann Gottlieb, Newton Geiszler
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Oneshot, Slash, HandJob
    Conteggio Parole: 1400
    Prompt: Hermann Gottlieb/Newton Geiszler, Masturbation
    Note: 1. Scritta per il p0rnfest #7.
    2. Dedicata al mio amore che li shippa tantissimo >w<
    3. Non betata ç_ç<3




    Newt sorrise, e stranamente Hermann trovò quell'espressione vagamente rassicurante.
    « Non devi vergognarti», esordì Geiszler facendo scivolare i pantaloni di Gottlieb verso il basso, « Non mi importa… cioè… sì, mi importa! Ma n-non il tuo aspetto! Intendo: m-mi vai bene così!», proseguì balbettando un poco e scoprendo le fini e pallide gambe del collega e compagno.
    Solo una cicatrice, di un innaturale colore tra il blu ed il viola, sfregiava il corpo di Hermann partendo dal fianco fino a concludersi sul ginocchio. Era quella la fonte del disagio del suo possessore.
    « Newton», mormorò Hermann, trattenendosi dal portare la mani su quello sfregio per nasconderlo per stringerle invece sulla trapunta del letto sul quale era seduto.
    L’altro però lo ignorò, studiando da vicino la cicatrice. Stava lì da anni eppure a Newt sembrò ancora fresca, tant'è che non riuscì a trattenersi dal percorrerla con l'indice.
    Hermann sussultò con il volto rosso per l'imbarazzo quando avvertì quella leggera carezza su quel punto così delicato.
    Nessuno lo aveva mai toccato in quel modo - esclusi i medici e lui stesso -, e scoprì che nonostante il disagio non era un contatto spiacevole.
    « N-Newton…», ripeté con più incertezza, incrociando subito dopo le chiare iridi dell’altro.
    « Ti fa sempre male?», domandò Geiszler.
    « Cosa? N-no».
    Il suo era per lo più un fastidio legato alla muscolatura danneggiata e altre cose che, in quel momento, non era certo di ricordare. Non con le mani di Newt che lo sfioravano leggere.
    « Trovo che sia… affascinante», riprese Geiszler, « Il fatto che sembri ‘fresca’, intendo. Ma anche tu lo sei, cioè, affascinante dico e… ti sta bene. M-mi spiego, s-staresti bene anche senza ovviamente! M-ma è… diverso…», iniziò a balbettare, senza riuscire a tirarsi fuori da quella situazione virtualmente spiacevole.
    Non voleva che un suo commento 'stonato' rovinasse quella situazione così intima.
    « Newt... va bene così», mormorò Hermann, « Parli troppo», aggiunse riuscendo a strappare un vago lamento divertito all'altro - Newton era un poco logorroico, e ne erano entrambi pienamente consapevoli.
    « Posso toccarti ancora?», ribatté allora Newt ed al leggero movimento del capo di Gottlieb portò di nuovo la mano sulla cicatrice.
    La carezzò con il palmo, poi di nuovo con le dita, ascoltando i leggeri brividi che scuotevano l’altro.
    Quasi non aveva bisogno di guardare Hermann in volto per immaginare quale fosse la sua espressione, sapeva che il suo compagno era rosso in volto e che si stava mordendo le labbra pur di non emettere un solo verso - non tanto per dispetto ma per l’imbarazzo.
    Gli rivolse allora un piccolo sorriso nel tentativo di rassicurarlo. Lui stesso era imbarazzato perché quella era la prima volta che si trovavano con così pochi vestiti addosso - avevano entrambi i boxer, Hermann indossava una camicia mentre lui era rimasto con una canottiera -, ma stava facendo quello che desiderava, e in un certo qual modo riusciva a dimenticare quella spiacevole sensazione di disagio.
    « E se… ci spostassimo sul letto?», propose lanciando un’occhiata alle spalle di Gottlieb, « Cioè… siamo già a letto… intendo, potremo distenderci», spiegò con una risatina nervosa.
    « S-sì», annuì Hermann, e sollevandosi - ignorando al tempo stesso il tremore alle gambe -, si tolse del tutto i pantaloni arrotolati ai suoi piedi. Li piegò nel tentativo di pensare a qualcos’altro e li ripose sulla cassettiera ‘nella sua parte di stanza’.
    Prese un respiro e tornò sul letto dove Newton già lo aspettava nascosto sotto le coperte, prendendo posto accanto a lui.
    Non era la prima volta che dormivano nello stesso letto ma quella nottata era iniziata con una diversa intimità ed Hermann non era certo che le cose sarebbero andate a finire ‘nel modo giusto’ - non era vergine ovviamente, ma Newton lo faceva sentire strano.
    Geiszler si girò sul fianco, avvicinandosi un poco all’altro.
    « Posso farlo ancora?», chiese, costringendo Hermann a voltarsi del tutto verso di lui.
    « C-cosa?»
    « La gamba! Se non ti da fastidio», rispose Newton allungando la mano quando Gottlieb mormorò un basso: « Sì».
    Lentamente, fece di nuovo scorrere le dita sul fianco del suo compagno. Scendendo e risalendo con dei movimenti che ebbero il potere di rilassarlo ed eccitarlo al tempo stesso, e che spinsero Hermann ad avvicinarsi ulteriormente.
    Il suo corpo cercava un contatto maggiore, ed il suo cervello, pur tentando di mantenere il controllo, desiderava la stessa cosa.
    Per quel motivo non si accorse neanche quando le sue labbra si posarono su quelle di Newt per baciarlo - o era stato l'altro a fare la prima mossa? -, sentiva solo che era... la cosa giusta da fare.
    Non esistevano libretti di istruzioni, algoritmi o altri calcoli per aiutarlo in quella situazione: poteva solo affidarsi al suo istinto.
    Cercò allora di restituire quelle carezze, allungando la mano per sfiorare il braccio nudo di Newton mentre le loro labbra continuavano ad incontrarsi in dei lenti baci.
    Non era male. Ed anche Geiszler, inizialmente stupito dall'iniziativa dell'altro, decise di osare a sua volta facendo salire le dita sull'elastico dell'intimo. Si fermò lì senza andare oltre, aspettando una reazione da parte di Hermann.
    Lo sentì tendersi un poco per quel diverso approccio ma non allontanò il suo compagno.
    « Ti sta... bene? Mi spiego», bofonchiò Geiszler, « Questo che stiamo... facendo».
    Hermann si trattenne dal chiedergli che cose effettivamente stavano facendo - era una domanda stupida, e lui non faceva mai domande di quel tipo -, e mosse invece il capo per dare all'altro il permesso di proseguire.
    Continuava ad ignorare quali sarebbero stati i risultati di quel nuovo approccio, ma era ormai chiaro che non fosse una cosa spiacevole.
    Chiuse gli occhi quando Newt spinse verso il basso i boxer, ed allontanò istintivamente i fianchi quando sentì le dita dell'altro troppo vicine al suo sesso.
    Geiszler però agì d'anticipo posando la mano sul bacino di Gottlieb per non farlo fuggire, guardandolo negli occhi alla ricerca di una risposta.
    Poteva andare avanti o doveva fermarsi?
    Ad essere sincero, Newt non si era mai spinto così avanti con un uomo - tutte le sue esperienze con il sesso maschile si riducevano alle carezze con Hermann e a qualche filmino dalla dubbia provenienza -, ma sapeva come muoversi. O, almeno, conosceva la teoria.
    Gottlieb prese un respiro, trattenendolo poi tra le labbra serrate mentre annuiva lentamente. Sembrava ‘diviso’ agli occhi di Newton, ma quello non fermò quest’ultimo dallo spostare l'arto sul sesso semi eretto del suo compagno.
    Continuò a tenerlo d'occhio mentre toccava l'asta timidamente, studiando al tempo stesso le reazioni di Gottlieb e quella parte del suo corpo ancora sconosciuta.
    Lo sentiva sussultare e talvolta anche sospirare per le sue carezze incerte, ed più continuava a percorrere con le dita il sesso di Hermann più lo avvertiva crescere e diventare duro.
    Era eccitante, e pur non toccandosi anche Newt sentiva la sua erezione reagire al piacere di Hermann, il quale ad un certo punto sembrò quasi non esitare nell'imitarlo, portando la mano tra le gambe di Geiszler.
    Sussultò stupito per quel gesto - anche per la scarica d'eccitazione che gli percorse la colonna vertebrale nel sentire le dita di Hermann sul suo sesso.
    Si scambiano un'occhiata senza più parlare, decidendo con quel muto scambio di sguardi di continuare a toccarsi a vicenda, esplorando i loro corpi per la prima volta.
    Gottlieb, pur avendo trovato il coraggio di spingersi così avanti, non riuscì tuttavia a superare l'ostacolo dell'intimo e si limitò a toccare il sesso di Newton attraverso la stoffa.
    Strinse la mano, facendola scorrere in alto ed in basso, simulando gli stessi movimenti che Geiszler faceva sulla sua erezione.
    Lentamente iniziarono entrambi a superare quell'iniziale imbarazzo e a prendere confidenza con quelle intime carezze, e più queste diventavano decise più i loro respiri si mischiavano tra le loro labbra ancora così vicine da sfiorarsi.
    Fronte contro fronte continuarono a masturbarsi l'un l'altro, ascoltando i rochi gemiti - intervallati dai loro nomi - che neanche si curavano di bloccare.
    Presto i loro stessi fianchi iniziarono a flettersi con necessità e a muoversi con quello stesso ritmo, accompagnando quei tocchi fino al raggiungimento dell'orgasmo che li lasciò senza fiato.
    Non si allontanarono l'uno dall'altro, godendosi la rispettiva vicinanza e quella piacevole sensazione di appagamento che per qualche istante riuscì a cancellare quella ben più sgradevole causata dallo sperma che macchiava le lenzuola e l'intimo.
    Forse quella nottata non si sarebbe conclusa con abbracci e baci tra due teneri innamorati. Con molte probabilità infatti sarebbe terminata tra infinite discussioni sull'igiene ed altri futili argomenti che l'indomani mattina non avrebbero neanche ricordato - come sempre d'altro canto.
    Ma almeno per quel momento erano entrambi certi di non voler pensare all'inevitabile.
    Volevano solamente concentrarsi su quelle piacevoli sensazioni appena vissute.




     
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