Did you miss me?

NC-17 | Valentine Morgenstern/Lucian Graymark

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    ~ The Huntress Princess
    Posts
    83,917
    Reputation
    +2

    Status
    Anonymes!
    Titolo: Did you miss me?
    Fandom: Shadowhunters
    Personaggi: Lucian Graymark, Valentine Morgenstern
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: Oneshot, Slash, HandJob, Bondage, Dub-Con, Movieverse
    Conteggio Parole: 2105
    Prompt: Lucian Graymark/Valentine Morgenstern, “Ti sono mancato?”
    Note: 1. Scritta per il p0rnfest #7.
    2. Come sempre la dedico al mio amore<3




    Per quanto la situazione fosse critica, Luke convenne sin da subito che in quelle condizioni la cosa giusta da fare fosse mantenere la calma.
    Agitarsi non lo avrebbe portato da nessuna parte - forse avrebbe creato solo nuove ferite sui suoi polsi già martoriati dai precedenti tentativi di fuga -, e per quanto fosse preoccupato, dentro di sé sentiva che Clary era riuscita a mettersi in salvo.
    Si era stupito non poco quando la ragazza era apparsa durante il suo 'interrogatorio' e non era riuscito ad ignorare lo sguardo ferito e sconvolto che aveva letto quando aveva incrociato i suoi occhi.
    Sapeva di averla ferita, ma con le sue parole aveva sperato di proteggerla da Valentine.
    In ogni caso, con lei era apparso anche un altro giovane, chiaramente uno Shadowhunter, e quello lo rincuorava non poco - Clary non era sola ed era anche protetta.
    Tuttavia, nonostante quella sicurezza, avrebbe ugualmente tentato di tenerla d'occhio... o almeno l'avrebbe fatto una volta libero, il che lo portò a sperare che Alaric, notando la sua assenza, lo raggiungesse presto.
    Sospirò, lasciandosi andare sullo schienale della sedia.
    Con la sua forza avrebbe potuto spezzare facilmente quelle manette, ma in esse vi era una minima quantità d'argento ed ogni tentativo gli causava non poco dolore - per non parlare del fatto che le ferite da argento ci mettevano il doppio a guarire.
    Rimase quindi immobile per limitare i danni, cercando nel mentre di tenere la mente occupata su quanto sarebbe accaduto il futuro. Un rumore all'ingresso però lo costrinse a bloccarsi.
    Era arrivato qualcuno.
    In cuor suo sperò ardentemente di veder apparire un membro del suo branco, ma l'olfatto lo mise subito in guardia, tant'è che non poté non cercare di scattare in piedi - strattonando le manette.
    Quell’odore, così familiare, lo fece tremare e quando vide apparire Valentine - il tempo sembrava non aver intaccato il suo aspetto - non riuscì ad impedirsi dal provare una forte ondata di rabbia ed anche un pizzico di terrore dinnanzi al suo ex parabatai. Ma nonostante quei sentimenti contrastanti, Luke tentò ugualmente di far trasparire solo l'ira quando questo si rivolse a lui.
    « Non credevo di trovarti in queste condizioni», constatò Morgentern, piegando le labbra in un sorriso soddisfatto.
    Luke non rispose, limitandosi a rivolgergli invece uno sguardo torvo che non impensierì minimamente Valentine. Si avvicinò infatti a lui, lento ed elegante, chiaramente compiaciuto dalla situazione.
    « Dove si trova la Coppa, Lucian?», domandò, piegandosi in avanti fino a posare le mani sulle manette e a soffiare sulle sue labbra quella semplice domanda.
    Il licantropo tremò. Ancora una volta la rabbia si affacciò nel suo sguardo ma venne tuttavia seguita da un bagliore d'aspettativa causato dalla vicinanza di Valentine.
    Tentò di trattenersi e di non reagire alla sua presenza, ma quel vecchio legame - seppur spezzato dal tradimento - lo fece fremere di nuovo.
    « Non rendere le cose più complicate, Lucian», proseguì Valentine, chiudendo il pugno attorno ai suoi capelli, « Sai, potrei anche chiudere un occhio riguardo al fatto che non sei morto quando dovevi».
    Le sue parole, calme e pronunciate con un tono quasi dolce, si scontrarono con i suoi gesti ben più violenti, e per quanto Luke volesse ancora mantenere il controllo non riuscì a non digrignare i denti.
    Si impose di nuovo il silenzio, dando però un altro scossone alle manette che lo tenevano bloccato a quella sedia - un gesto stupido che servì solo a riaprire le ferite che pian piano stavano guarendo.
    « Dovevi morire quella volta», riprese Valentine, continuando a soffiare quelle parole sulle labbra del licantropo, « Ti avevo dato l'opportunità di toglierti la vita e di evitare tutto questo».
    « La verità è che sei un codardo», sbottò Luke senza trattenersi, rivolgendogli un'occhiata cupa, « Non hai avuto il coraggio di uccidermi dopo avermi condannato».
    Valentine tuttavia non parve arrabbiato da quella risposta, anzi: gli rivolse un sorriso soddisfatto.
    « Eri il mio braccio destro», ribatté con calma, come se quello spiegasse ogni singola cosa. Luke però si mosse ancora irrequieto, trattenendosi dal gridargli contro tutte quelle domande che si stavano affollando nella sua mente.
    Era davvero 'solo' il suo braccio destro? Non era stato nient'altro?
    Si insultò mentalmente per quei dubbi, ma soprattutto per quei sentimenti che, anche a distanza di anni, continuavano a perseguitarlo. Era legato a Valentine, e suo malgrado lo sarebbe stato fino alla morte.
    Detta in quel modo, sembrava tanto la promessa di un matrimonio dei mondani, ma era ben diverso. Loro erano stati parabatai e, ancor prima di quello, amici e amanti.
    Il loro era un legame difficile da spiegare, ma di una cosa Luke era certo: lo aveva amato quasi quanto aveva sempre amato Jocelyn.
    « La Coppa, Lucian. Dimmi dov'è nascosta», insistette Valentine qualche attimo dopo, ma il licantropo continuò a non rispondere.
    La presa sui suoi capelli divenne più decisa dinnanzi al suo forzato silenzio e per quanto Luke fosse consapevole di essere in grado di resistere ad altre percorse - Pangborn e Blackwell non c'erano andati leggeri -, il fatto che potesse essere Valentine stesso a fare il 'lavoro sporco' lo preoccupava.
    « Lucian», sibilò, spingendo una gamba tra quelle del licantropo per costringerlo ad allargarle un poco, come se volesse fargli comprendere di essere totalmente alla sua mercé, « la Coppa. So che sai dove si trova. Consegnamela e potresti rivedere Jocelyn».
    Luke, dimenticando la posizione nella quale si trovava, reagì subito nel sentire quel nome, ringhiando e scattando in avanti come per colpirlo, riuscendo però solo a rubargli un ghigno compiaciuto.
    Morgenstern aveva premuto il tasto giusto, ne erano entrambi pienamente consapevoli.
    « A quanto vedo, non hai intenzione di parlare», constatò quasi divertito Valentine, lasciando la presa sui capelli di Luke, il quale trattenne il respiro certo di non potersi concedere neanche un pizzico di sollievo.
    Valentine era cambiato da quando lo aveva conosciuto - o aveva semplicemente rivelato il suo vero aspetto -, ma il licantropo lo conosceva abbastanza bene da comprendere che non aveva finito con lui.
    Quell'uomo era abituato ad ottenere tutto quello che desiderava, non gli era mai importato il mezzo con il quale avrebbe raggiunto il suo fine.
    Si preparò mentalmente ad incassare altri attacchi, forse ben più dolorosi e violenti di quelli subiti dai due leccapiedi di Valentine, ma quando sentì le mani di questo scivolare sui suoi pantaloni, ogni sua convinzione parve pronta a venir meno.
    Si mosse nervoso sotto quella carezza, rivolgendo uno sguardo confuso all'altro senza potersi trattenere.
    Valentine sorrideva. Il suo viso era disteso e tranquillo, ma i suoi occhi brillavano carichi di una luce famigliare. Maliziosa.
    Luke allora si morse le labbra cercando di mostrarsi risoluto ed indifferente a quanto stava per accadere, ma quando Morgenstern lo strattonò in avanti, afferrandolo per la cintura, lo stupore cancellò ogni traccia di decisione dal suo volto.
    Il suo sedere scivolò in avanti sulla sedia costringendolo ad una posizione resa scomoda dai polsi ancora bloccati. Tentò di rimettersi seduto puntando i piedi per terra, ma i gesti di Valentine gli impedirono qualsiasi movimento.
    Gli aveva slacciato la cintura con una facilità quasi disarmante, premendo poi la mano tra le sue gambe con sicurezza.
    Luke non era eccitato, non ancora almeno, ma quella situazione vagamente familiare gli fece ricordare quanto Valentine, un tempo il suo amante, conoscesse bene in suo corpo.
    « Ti ricorda qualcosa, vero Lucian?», domandò infatti l'altro, « Come ai vecchi tempi», insistette, muovendo lentamente la mano tra le gambe del licantropo, costringendolo a mordersi ancora le labbra pur di non rispondere.
    Quel silenzio forzato si rivelò ben diverso da quello che aveva tentato di mantenere fino a poco prima.
    Aveva cercato di proteggere Jocelyn e Clary... mentre in quell'istante era il suo orgoglio quello che tentava di salvare.
    Le calme carezze di Valentine misero sin da subito alla prova il suo corpo, che al ricordo di quelle mani che un tempo gli avevano donato tanto piacere, iniziò lentamente a reagire.
    Ringhiò, imbarazzato ed arrabbiato con se stesso. Il suo corpo lo stava tradendo, e Valentine ne era pienamente consapevole - lo testimoniava quel suo maledetto sorrisetto malizioso.
    « Quanti, Lucian?», chiese l'uomo, utilizzando l'altra mano per abbassargli i pantaloni.
    Confuso dal piacere e da quella domanda inaspettata, Luke si lasciò sfuggire un basso verso.
    " Quanti?", ripeté mentalmente, muovendosi nel tentativo di ribellarsi alla mano dell'altro che lo spogliava - riuscì anche a colpirlo, ma non fu in grado di allontanarlo.
    « Dopo di me», precisò con un ghigno Valentine, « Quanti uomini ti hanno toccato in questo modo, Lucian?»
    " Nessuno", rispose Luke tra sé e sé, tentando di concentrare tutte le sue attenzioni sulla fuga, anche se sembrava sempre più distante.
    Scalciò ancora, stupito da quel pensiero così arrendevole e decidendo di riprendere a strattonare le manette con la chiara intenzione di liberarsi.
    " Al diavolo le ferite!", ringhiò rivolto a se stesso, certo che quelle sarebbero guarite prima o poi, al contrario di quello che avrebbe potuto fargli Valentine.
    Riottoso colpì ancora l'uomo, che per nulla impensierito, portò di nuovo la mano sui capelli del licantropo, costringendolo ad inclinare il capo all'indietro e a subire un bacio lento ma deciso.
    Luke mugugnò stupito per quel contatto, e suo malgrado non riuscì ad allontanare il ricordo di un altro bacio.
    Un bacio che aveva cercato di dimenticare, il cui sapore gli ricordava immensamente quell’ultimo: il primo che Valentine gli aveva donato.
    Era sempre stato Valentine quello a prendere ogni iniziativa, a partire dal momento in cui si era presentato nella sua camera con l'intenzione di farlo diventare vero cacciatore, fino alla creazione del Circolo, del quale era il leader.
    Valentine era fantastico.
    Intelligente, forte e bello. Un cacciatore perfetto, e Luke gli doveva tutto.
    Lo aveva idolatrato a tal punto che la sua giornata iniziava e si concludeva pensando a lui.
    Negli anni a seguire, Luke si era dato dello stupido per quel suo atteggiamento così carico di stima e di incondizionato affetto. Agli occhi di Morgenstern doveva essere sembrato quasi un cucciolo alla ricerca di attenzioni... per quel motivo la colpa era unicamente sua se era diventato il suo ‘cagnolino’.
    Tuttavia, il loro primo bacio - mentre si disegnavano delle rune curative dopo un combattimento nel quale erano rimasti entrambi feriti - era e sarebbe sempre rimasto un bel ricordo... nonostante il sapore di sangue che lo rendeva tremendamente simile a quello.
    « Non rendere le cose più difficili», lo redarguì Valentine, trovando finalmente il modo per stringere le dita sul sesso nudo e quasi eretto di Luke.
    Un gemito lasciò spontanee le sue labbra, e per quanto il suo corpo tentasse ancora di fuggire, ogni movimento gli apparve lento e debole.
    Era eccitato e quella situazione non lo stava aiutando.
    « M-maledetto», ringhiò, facendo sorridere Valentine.
    « Vuoi venire, Lucian?», chiese malizioso, « Ti sono mancato?»
    Rivolse il suo sguardo altrove, chiudendo gli occhi come per proteggersi, ma Valentine gli sfiorò l’orecchio con le labbra.
    « E le mie carezze? Il mio corpo contro il tuo?», insistette con falsa dolcezza. « Il mio sesso dentro di te?»
    Ogni parola, sussurrata con compiacimento e malizia, sembrava possedere l'effetto di molte altre carezze sul corpo di Luke, tant'è che ormai intontito dal piacere non poté far altro che andargli incontro.
    Cercò le labbra di Valentine quasi con necessità e questo, forse in un gesto caritatevole, gli concesse quel tanto desiderato bacio.
    « Oh sì», mormorò il Morgenstern, « Ti sono mancato».
    La palese soddisfazione nella voce di Valentine nauseò un poco il licantropo, ma quella sensazione sparì subito, venendo sostituita da altri gemiti.
    « Dimmi dove si trova la Coppa, Lucian», insistette il Cacciatore ma Luke fu solo in grado di rispondere con dei versi.
    Mosse il bacino. Umiliandosi alla ricerca di quel piacere che per troppo tempo gli era stato negato.
    Gemette, ormai sordo alle maliziose frasi dell'uomo, e quando finalmente questo gli concesse l'orgasmo, sentì le labbra di Valentine premere sulle sue per impedirgli di emettere un verso troppo alto.
    Senza più fiato, si abbandonò totalmente sulla sedia, sentendosi improvvisamente vuoto e freddo quando Valentine si allontanò da lui.
    Alzò il capo. tenendo però gli occhi socchiusi. Sapeva di avere un aspetto orribile, oltre che smarrito per quei sentimenti così sbagliati... ma non poteva fare niente per nasconderlo.
    « Oh Lucian», sospirò Valentine, afferrandolo di nuovo per i capelli, « Sembri quasi un cane bastonato».
    Un bacio bloccò il verso contrariato del licantropo.
    « Se solo collaborassi... potrei prendere il considerazione l'idea di tenerti con me».
    Luke scosse il capo, sconvolto da quell'affermazione che lo colpì come uno schiaffo, costringendolo ad affrontare la realtà e ad aggrapparsi al fatto che doveva proteggere la sua famiglia - Jocelyn e Clary.
    « Non sono... il tuo cagnolino», sbottò con voce roca, riprendendosi dal piacere per scontrarsi con la realtà.
    « Peccato», ironizzò Valentine facendo un passo indietro come per ammirare la sua opera, « Ma sei fortunato. Non ti ucciderò neanche questa volta»
    Luke cercò allora di mostrare i denti e di ringhiare come per intimorirlo, sentendosi però incapace di fare qualsiasi altra cosa.
    Come sempre, quando si trattava di Valentine.



     
    .
0 replies since 30/12/2013, 13:08   18 views
  Share  
.
Top
Top