Fino al Sorgere del Sole

Nc-17 | Koumyou Sanzo/Ukoku Sanzo

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    Titolo: Fino al Sorgere del Sole
    Fandom: Saiyuki
    Personaggi: Koumyou Sanzo, Ukoku Sanzo
    Genere: Introspettivo, Erotico, Romantico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: OneShot, Yaoi, Lemon, What if? (E se...)
    Conteggio Parole: 1856 (FiumiDiParole)
    Note: 1. Per Francis, perché ha sempre desiderato una fic su questa coppia in questo modo… almeno così ha detto .///.
    2. Scritta per il POrn Fest #4 indetta da fanfic_italia con il prompt: Saiyuki, Komyou/Ukoku, Fino al nuovo sorgere del sole.
    3. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt 09. Oscurità
    4. Inutile dirlo: non è ancora stata betata XD

    { Fino al Sorgere del Sole ~



    " La notte è lunga Ukoku, e la luna non è ancora tramontata.", aveva mormorato Koumyou con un leggero sorriso su quel volto segnato ormai dal tempo, eppure sempre così affascinante.
    Il più giovane sin dal loro primo incontro era stato ammaliato da quello strano personaggio e dai suoi atteggiamenti tra la saggezza e la follia, tant'è che aveva iniziato a trovare quasi necessaria la presenza dell'altro nella sua vita. Erano come due elementi che, per quanto diversi tra di loro, vivevano in perfetta simbiosi: erano la luna e l'oscurità. Era quello il paragone più azzeccato che era stato rivolto alla loro strana coppia ed entrambi sapevano quanto la loro relazione, che andava oltre i precetti dei Monaci Sanzo, potesse essere paragonata a quella tra la luna e l'oscurità.
    Perché solo quando calavano le tenebre potevano incontrarsi e dimenticare quanto tutto quello che li legava fosse proibito.
    " Desideri che resti ancora qui?", domandò il più giovane, piegando le labbra in un sorrisetto.
    " Puoi prendere quella mia considerazione come un invito, ovviamente.", rispose divertito Koumyou.
    " Penso che lo accetterò. Ma solo fino al sorgere del sole."
    " Paura di scottarti?", chiese il monaco, piegando le labbra in un placido sorriso ed osservando il più giovane seduto accanto a sé.
    " Sono un essere per lo più notturno.", ribatté Ukoku, celando forse anche a se stesso il perché di quell'avversione contro il sole.
    Con la nascita di quell'astro la luna spariva e lui non voleva assistere alla scomparsa di Koumyou.
    Lo sentì ridacchiare e gli lanciò un'occhiata di traverso, osservandone il profilo mentre rivolgeva lo sguardo al cielo scuro.
    Ancora una volta, ai suoi occhi, quell'uomo pareva brillare di luce propria e Ukoku ne era attratto.
    Lo desiderava esattamente come l'ombra anelava la luce: più forte il lume brillava, più l'ombra cresceva.
    Distrattamente, perso nei suoi pensieri, allungò la mano sui capelli dell'altro - raccolti nella famigliare coda e non nella treccia che ultimamente si faceva -, carezzandoli e studiandoli con attenzione.
    Non erano più biondi come quando si erano incontrati per la prima volta, erano diventati più chiari e simili al colore della luna, esattamente come i suoi ricordavano l'oscurità della notte.
    " Invidioso della mia coda?", scherzò Koumyou.
    " Per caso ti sforzi per sembrare così o cosa?"
    " ... cosa."
    Ukoku scoppiò in una bassa risata e, tirando i capelli dell'altro come per punirlo, lo attirò a sé senza trovare impedimenti.
    " Non fai altro che confermare i miei dubbi in questo modo.", gli fece presente, carezzandogli le labbra con il suo respiro.
    Koumyou non parve infastidito ne stupito, anzi il suo volto pacifico celava una certa impazienza che solo Ukoku riusciva a cogliere: perché non era la prima volta che quelle scene si ripetevano quasi ad emulare un copione già scritto, e come nei loro precedenti incontri, fu il prima timido e poi sensuale sfiorarsi delle loro labbra a far scattare la scintilla che li privò di ogni inibizione.
    La schiena del Monaco più grande si posò con delicatezza sulle assi di legno del tempio e, senza mai smettere di baciarsi, le loro mani iniziarono a cercare frenetiche l'orlo della tunica dell'amante, scoprendo le loro gambe nude ai soli testimoni di ogni loro carnale incontro: la luna ed il cielo notturno.
    " Ogni volta ci ripromettiamo di trovare un posto più comodo ed alla fine...", esordì Ukoku con un sorriso malizioso, carezzando le cosce nude dell'altro - chiare e morbide, ma anche atletiche e muscolose: era piacevole anche solo sfiorarle con i polpastrelli.
    " Ed alla fine finiamo per unirci con l'aria notturna che ci carezza che gambe.", concluse divertito Koumyou, attirando a sé il più giovane per baciarlo ancora.
    " Mnh...", mugugnò Ukoku in risposta, allontanandosi dalle calde labbra dell'altro. " La prossima volta staremo comodi e saremo nudi. Sudati.", sussurrò maliziosamente.
    " Quindi verrai a trovarmi con più frequenza immagino..."
    Il giovane non rispose, limitandosi a spostare la mano sul membro eretto del compagno, percorrendolo per tutta la sua lunghezza. Lo avvertì fremere, seguito da un lieve gemito che riuscì a strappare al Monaco, e incoraggiato da quella reazione continuò con quella lenta tortura, senza mai approfondire il contatto.
    Voleva farlo arrivare al limite per poi essere divorato dal piacere e dalla lussuria di Koumyou, perché il sesso cambiava le persone e l'uomo diventava se possibile più affascinante in preda all'eccitazione.
    Non perdeva mai quella sua solita aura di forza e di irraggiungibilità, ma il suo viso, ormai arrossato ed umido dal sudore, assumeva un'espressione unica e indescrivibile che solo Ukoku poteva vedere e custodire gelosamente nei suoi ricordi.
    Ghignò compiaciuto nell'osservare i chiari cambiamenti del viso di Koumyou, la fronte corrucciata ed imperlata di sudore, gli occhi chiusi a celare le iridi liquide di passione, la bocca rosea socchiusa in ansiti sempre più frequenti a seconda delle sue attenzioni... forti quando chiudeva a pugno la mano sul membro e ancor più alti, ma lamentosi, quando lo torturava con le sole falangi.
    Era come avere il potere su ogni reazione del Monaco. Era il provare piacere nel donarlo.
    Il loro rapporto rasentava la perfezione e quei sentimenti ne erano una chiara prova ed erano addirittura in grado che nient'altro, in quel mondo, forse anche solo capace avvicinarsi per provare ad emularla.
    " Ukoku...", mugugnò piano Koumyou, riaprendo appena gli occhi per guardare il compagno.
    Le sue labbra si piegarono nel suo naturale e calmo sorriso, e con una carezza sulla guancia del più giovane - la mano tremava per il piacere, faceva uno sforzo immenso per tenerla ferma - scese a sfiorargli la bocca.
    Ukoku rallentò improvvisamente il ritmo delle carezze ed allontanò l'arto dell'altro con fermezza.
    " Scordatelo.", decretò.
    " Come al solito vuoi fare sempre tutto tu.", commentò per niente seccato il più grande.
    " Sei lento."
    " Ma ti piace..."
    " Mai negato, e sono anche abbastanza rumoroso nel fartelo notare.", fece presente con un sorrisetto malizioso. " Proprio per questo potrei finire per svegliare il tuo adorato Kouryu e non voglio interrompermi sul più bello né invitarlo a unirsi a noi. Mi capisci vero?"
    " Comprendo.", assentì Koumyou divertito, prendendo la mano del giovane per potergli leccare le falangi, inumidendole con attenzione, eccitandosi ulteriormente nell'avvertire i mugugni che quelle semplici attenzioni stavano strappando ad Ukoku.
    Lo conosceva bene, sapeva quanto potesse essere pericolosa la sua smania di potere e conoscenza, e anche in quei momenti cercava sempre di tenere lui le redini di tutta la situazione. Ma c'erano degli istanti in cui si perdeva nel piacere e quasi si dimenticava della posizione di supremazia che voleva sempre mantenere, attimi in cui Koumyou poteva vederlo con un altro volto, lontano da quello malizioso e strafottente, ma rilassato e in preda al piacere.
    Sfortunatamente durava sempre troppo poco e l'animo ribelle del giovane riemergeva in fretta dal mare di lussuria nel quale stava affondando.
    " Oltre che per sorridere e dire stupidaggini che creano atroci dubbi sulla tua intelligenza sai usare la bocca anche per altri scopi... riesci sempre a stupirmi.", dichiarò Ukoku con malizia, cercando di allontanare la mano dalle calde labbra dell'altro, ricevendo un leggero morso in risposta.
    " Infatti. È utile per mangiare la mia bocca.", sorrise il Monaco, ignorando placidamente la battuta.
    " Non se mai che pensare con te..." sospirò il giovane, portando le dita umide di saliva alle sue natiche.
    " Non pensare e goditi il momento.", decretò Koumyou attirandolo a sé per un bacio, cercando di distrarlo dall'intrusione delle falangi nell'orifizio.
    Il giovane mugugnò contro la bocca del compagno, iniziando a massaggiare con attenzione le strette pareti del suo corpo, imponendosi la calma ed il totale rilassamento dei suoi muscoli.
    Fu relativamente semplice, soprattutto mentre la mano del Monaco prendeva possesso della sua erezione massaggiandola con delicatezza: erano solo lievi carezze, concentrate sulla punta rossa ed eccitata del suo membro, ma estremamente piacevoli.
    Iniziò a gemere scosso dal piacere, ma subito i suoi versi andarono persi nelle labbra di Koumyou che si unirono alle sue.
    Il fiato mancò subito ma non si separarono, continuando a baciarsi con necessità come per coprire il piacere che la masturbazione dell'uomo donava al giovane.
    Tutto il corpo di Ukoku era diventato un fascio di nervi sensibili che, come uno strumento a corde, vibravano di lussuria accrescendo se possibile il desiderio che provava per l'altro.
    Mosse velocemente le dita all'interno del suo corpo poi, incapace di andare oltre, le allontanò fissando con un sorrisetto malizioso, intriso di necessità, il compagno.
    Non parlarono consci che le parole sarebbero state inutili, si scambiarono solo l'ennesimo bacio mentre, aiutandosi a vicenda, guidarono i loro corpi a quell'unione tanto anelata.
    Ukoku, posando le mani sul petto di Koumyou, si abbassò gradualmente sul membro dell'amante facendolo entrare nel suo stretto orifizio.
    Lo lieve fastidio gli fece stringere le labbra ma non si lamentò: il dolore lo faceva sentire vivo, quella situazione e quell'uomo lo facevano sentire vivo. Non desiderava altro.
    Koumyou rimase immobile, trattenendo il respiro mentre il giovane si muoveva sul suo sesso cercando una prima scossa di piacere.
    Era improvvisamente calato il silenzio, rotto solo dal frusciare delle loro vesti che finivano per attaccarsi alle loro pelli sudate, e quando fu un gemito a spezzare quell'incantesimo si aggiunse anche l'unica parola comprensibile che Ukoku si sarebbe permesso di mormorare con tono imperativo.
    " Divorami."
    E ancora una volta, labbra contro labbra, iniziarono a muoversi gemendo il loro piacere proibito senza riuscire a trattenersi.
    Il giovane si sollevava e riabbassava sul membro del compagno e questo, alzando solo il bacino per andargli incontro, colpiva sempre quel solito punto mandando ad entrambi violente scariche di piacere.
    Si mossero sempre più frenetici, ansimando tra un bacio e l'altro e sforzando al limite i loro muscoli fino a sentirli gemere con loro, inesorabilmente si avvicinavano sempre di più al loro limite, all'orlo di quel piacere che li avrebbe poi travolti come un'onda, e Koumyou portò ancora la mano tra le gambe del giovane, donandogli ulteriore lussuria.
    I gemiti crebbero di intensità, celati solo in parte dai loro frequenti baci, potevano anche svegliare l'intero tempio ma nessuno li avrebbe interrotti. Come sempre però, nessuno si destò scoprendo i due amanti, perché erano protetti dall'oscurità della notte ed illuminati dal chiarore della luna. Era il loro momento, l'unico in cui potevano unirsi dimenticando il loro ruolo e la loro sacra posizione.
    Il primo a raggiungere l'apice fu Ukoku, venendo nella mano del compagno in un verso acuto fortunatamente attutito da un nuovo umido bacio, poco dopo Koumyou lo imitò svuotandosi nel corpo del giovane emettendo un roco sospiro di sollievo.
    Restarono immobili per qualche lungo istante, e quando il familiare e piacevole formicolio che percorreva i loro corpi dopo l'orgasmo scomparve quasi del tutto, si allontanarono quasi a malincuore.
    Riuscirono solo a darsi una veloce sistemata, si sarebbero puliti in seguito dopo gli ormai prossimi saluti.
    " Il sole sta per sorgere.", constatò Ukoku.
    " E tu non vuoi scottarti.", sorrise tranquillo Koumyou, osservando il giovane alzarsi e recuperare il suo copricapo.
    " La prossima volta ti porto un regalo."
    " Lo dici sempre ma non porti mai niente.", si lamentò il più grande.
    " Magari la prossima sarà la volta buona per tante cose...", profetizzò il giovane.
    " Vedremo."
    " A presto, Koumyou."
    " Alla prossima, Ukoku."
    Si salutarono senza aggiungere altro per non rendere meno importante la loro unione e preservare il suo ricordo fino a quando, al loro prossimo incontro, avrebbero potuto godere del favore delle tenebre e della dolce carezza della luna per unirsi di ancora fino al nuovo sorgere del sole.

    The One Hundred Prompt Project

     
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  2. Francis Bonnefoy. ~
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    Questa è la ff che ho sempre desiderato leggere sulla mia OTP.
    Solo tu potevi riuscirci amore e te ne ringrazio. ç///ç

    Sono perfetti.
    P-E-R-F-E-T-T-I

    Il loro legame, così assurdo ma anche così naturale, è stato espresso davvero bene.
    Ho amato la scena di sesso che sembra quasi descrivere la luna che si infiltra tra l'oscurità del cielo notturno.
    Sarà che amo la coppia alla follia, sarà che amo come scrivi amore mio ma io in questa ff ci ho trovato una sublime poesia.

    Grazie per avermela scritta. ç/////ç
    E' già la mia preferita su Saiyuki. >////<

    Ti amo <3
     
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1 replies since 29/1/2011, 18:58   52 views
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