4. One Moment

NC-17 | Franky/Iceburg

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: In the Bathroom
    Titolo del Capitolo: One Moment
    Fandom: OnePiece
    Personaggi: Franky, Iceburg
    Genere: Introspettivo, Erotico
    Rating: Rosso
    Avvertimenti: What if? (E se...), OneShot, Lemon, Yaoi
    Conteggio Parole: 3307 (FiumiDiParole)
    Note: 1. In questo capitolo Iceburg ha 38 anni mentre Franky ne ha 34.

    { In the Bathroom ~
    - 4. One Moment -



    Con la punta delle dita carezzò quasi con dolcezza la targhetta di metallo posta sopra una piccola scrivania.
    Al tatto, e anche alla vista, era un poco rovinata dal tempo ma il nome di quell'idiota era ancora leggibile.
    " Cutty Flame.", mormorò.
    Un nome una disgrazia.
    Un disastro che per anni aveva provato a odiare, addossandogli tutta la colpa sugli avvenimenti che avevano portato alla condanna di Tom... non ci era mai riuscito seriamente.
    Iceburg voleva bene a Franky e sempre gliene avrebbe avuto.
    Si mosse per la stanza con passi quasi incerti, guardandosi attorno con malcelata nostalgia.
    Era lì che lavoravano ai progetti lui, Tom e Franky, e sempre lì dormivano l'uno vicino all'altro.
    Continuò nel suo piccolo giro addentrandosi nella piccola cucina che anni prima aveva assistito a delle vere e proprie battaglie con il cibo tra due testardi ragazzini.
    Litigavano per ogni inezia e i pasti si erano sempre dimostrati un motivo non valido per un armistizio.
    Poi vi era un'altra stanza nella quale si poteva accedere dalla cucina, separata da una semplice e anonima porta.
    Per quanto quella porta potesse sembrare normale, dietro di lei vi era il luogo nel quale lui aveva più ricordi, spesso e volentieri piacevoli, e sempre legati a Franky.
    Era quel dannato bagno...
    " Non mi aspettavo di trovarti qui."
    Si trattenne dal sussultare e dal voltarsi troppo velocemente nel momento in cui quella familiare voce era giunta alle sue orecchie.
    Si ritrovava decisamente impreparato a quel incontro.
    " Potrei dire la stessa cosa di te.", rispose piatto, guardandolo da sopra la spalla, cercando di darsi un contegno.
    " Vengo sempre a stare qui.", ribatté il cyborg. " Sei tu quello che non ci viene mai."
    Era una vera e propria accusa quella ma Iceburg la accettò.
    A malincuore ammetteva che Franky aveva ragione: da quando la Tom's Workers era scomparsa, non vi aveva più messo piede di sua spontanea volontà, ma solo per l'esigenza di consegnare al suo vecchio compagno i progetti dell'Arma 'Pluton'.
    " Nmaa... ne avevo voglia.", rispose, facendo qualche passo lontano da quella porta.
    Non aveva avuto il coraggio di aprirla quando ancora credeva di essere solo, figurarsi in quel momento con Franky lì vicino.
    " Sempre il solito.", sbottò l'altro levandosi la camicia dai luminosi colori, che lasciò poi abbandonata sul tavolo.
    Iceburg seguì le sue azioni con un misto di curiosità e nostalgia.
    Non esisteva più il giovane con il quale era cresciuto.
    Al suo posto vi era un'arma umana, il cui aspetto era vagamente riconducibile a quello di Franky, il cui carattere però era rimasto immutato.
    Come se non bastasse i ruoli si erano come capovolti.
    Un tempo era il più giovane a sentirsi 'piccolo' vicino al compagno mentre il quell'istante, di fronte a quelle grandi braccia e all'ampio petto, era il sindaco di Water Seven a provare quell'assurda sensazione.
    " Ehi, Bakaburg."
    A quel nomignolo gli scoccò un'occhiataccia.
    " Visto che sei qui e che è tutto finito... ti va di fare come ai vecchi tempi?"
    " Vecchi tempi?", ripeté. " Nmaa... non ho voglia di picchiarti. Sei diventato masochista?!"
    " Se non l'hai notato sto andando a farmi il bagno..."
    Iceburg si zittì, stupito da quella proposta.
    Acconsentire sarebbe stato semplice ma all'idea di stare nudo in una vasca che poteva essere gigantesca quando erano piccoli, ma che in quel momento non poteva che essere molto stretta... beh... lo metteva a disagio.
    " Fa nulla.", tagliò corto l'altro superandolo.
    Si mordicchiò le labbra: diamine, aveva trentotto anni, era il rispettato sindaco di Water Seven e capo della più grande compagnia di carpentieri del mondo.
    Non era un ragazzino e sopratutto non aveva niente - o quasi - di cui vergognarsi!
    " Non ci vedo niente di male.", disse voltandosi verso il compagno: per una volta doveva comportarsi da persona adulta e smetterla di essere infantile.
    In risposta l'altro gli sorrise entrando nel bagno senza troppe esitazioni.
    Iceburg sospirò, e cercando di mostrarsi superiore a tutto lo raggiunse, restando però stupito dal cambiamento che vi riscontrò.
    Tutta la casa era rimasta immutata mentre il bagno...
    " L'ho cambiata quando sono rientrato in città.", disse Franky, afferrando al volo i dubbi del compagno. " Era troppo piccola per il mio fisico super!", rise aprendo l'acqua.
    L'altro sbuffò in risposta, nettamente sollevato dalle dimensioni della nuova vasca da bagno abbastanza grande da contenere almeno tre persone adulte.
    Con gesti decisi si sbottonò la camicia rossa, ripiegandola poi con cura e riservando poi lo stesso trattamento anche hai pantaloni e fu lì che si bloccò.
    Lanciò un'occhiata al compagno, come se volesse assicurarsi che non lo stesse guardando, e vedendolo di spalle ne approfittò per togliersi i boxer.
    Si sentiva decisamente idiota ma non riusciva a non sentirsi imbarazzato.
    Entrò, quindi, velocemente nell'acqua preparata dal cyborg - che, attirato dal movimento, si volse a guardarlo.
    Sorrise divertito, sembrava tutto come ai vecchi tempi.
    Lui e Iceburg in quel bagno.
    Il loro regno... la loro pace.
    Finalmente poteva rivivere quelle stupende sensazioni che aveva creduto ormai perse.
    Era... emozionato, ecco!
    Ma non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare quel momento.
    E quindi, con un ampio sorriso stampato in viso, si spogliò del tutto abbandonando per terra gli slip neri.
    Preso com'era da quell'infantile felicità che lo stava travolgendo come un'onda, non notò l'espressione tesa di Iceburg che fece di tutto pur di non guardarlo spogliarsi.
    L'uomo infatti parve rilassarsi solo quando il compagno fu dentro la vasca, nascondendo il suo corpo tra la profumata schiuma che lo stesso cyborg aveva lasciato crescere mentre l'acqua scorreva.
    " Qui sì che si sta bene. Non ha niente a che vedere con quel altra vaschetta minuscola.", esclamò Franky ridendo.
    " Ci stavamo a mala pena in due qualche anno fa..."
    " Già. Ma devo ammettere che era divertente."
    " Nmaa... a volte sì. Altre avrei voluto affogarti.", arricciò appena il naso.
    " Io non ho mai provato certi istinti omicidi verso di te.", il cyborg inarcò un sopracciglio. " Sei un killer mancato."
    Iceburg sbuffò una risata, poggiando la schiena alla vasca.
    " Chi l'avrebbe mai detto però... siamo di nuovo qui."
    Franky lo osservò serio.
    " Avevo quasi perso le speranze di riallacciare un qualsiasi rapporto con te..."
    " Nma... ci tenevi così tanto?", assunse un tono finto scettico.
    Conosceva la risposta ma voleva sentirselo dire.
    Era importante...
    " Ovvio, baka! Sei parte della mia famiglia... cioè... di quella famiglia."
    " L'ho capito.", annuì sorridendo.
    Quelle parole gli riscaldavano il cuore.
    " Bah...", Franky distolse lo sguardo per un attimo, come imbarazzato, poi lo guardò di nuovo con l'intenzione di cambiare discorso, ma venne anticipato dall'altro che era della sua stessa idea.
    " Ti ricordi quando picchiandoci mi avevi fatto sbattere la testa sul bordo della vasca?"
    " Certo! Era stato terribile!"
    " Avevo visto tutto bianco.", mormorò, forse non era il ricordo più adatto da tirare fuori.
    " Non sai che spavento mi ero preso io!"
    " Nma... piangevi."
    " Lo dici come se fosse una colpa!", si infervorò. " Avevo tredici anni e tu non ti muovevi più!"
    " È successo di peggio quando tu cercando di farti la barba ti sei quasi tagliato la gola.", ribatté.
    " Colpa tua, idiota.", si sfiorò, come se sentisse ancora la ferita, il collo. " Non dovevi entrare in bagno in quel modo."
    " Nma... e come dovevo entrare? Era appena scoppiato il motore del treno e mi ero semplicemente sporcato di carbone... dovevo lavarmi."
    " Non dovevi apparire allo specchio, ecco!", esclamò Franky.
    " Non sono un vampiro, Bakanky.", sbottò.
    " Eppure il vestito da vampiro che ti aveva fatto Kokoro per la festa ti stava d'incanto.", ammise, facendo arrossire Iceburg che, per nascondere quella reazione, si lavò la faccia.
    Sembrava lo facesse apposta.
    Prima l’invito, poi andava a dirgli che era importante e poi quello...
    " Stavo sicuramente meglio di te."
    " Ero un bel gatto.", ribatté.
    " Nma... un bel gatto seccante."
    " Ero sempre super.", decretò.
    " Certo... certo...", tagliò corto, facendo inconsapevolmente calare il silenzio.
    Era una situazione rilassata e tesa al tempo stesso.
    Troppi anni erano passati dal loro ultimo incontro.
    Troppi anni erano trascorsi nel tentativo di dimenticarsi l'uno dell'altro.
    Troppo di tutto.
    Non potevano cancellare in un attimo tutto quel tempo ma era tanta la voglia che avevano di restare vicini.
    " Tsk... ti lavo la schiena.", disse dopo un po' Franky.
    " Non c'è ne bisogno.", rispose prontamente Iceburg.
    " C'è ne bisogno!", esclamò con sicurezza. " È la tradizione! O ti avvicini tu o lo faccio io, e non so quanto ti convenga. Sono molto più forte di te."
    " Nmaa... sono stato sparato, sono stato picchiato, sono quasi rimasto vittima di un incendio ed ho lavorato sotto la pioggia alla nave di Cappello di Paglia. Avresti seriamente il coraggio di farmi del male?", borbottò quasi infantilmente, elencando le sue recenti disavventure.
    " E chi ti ha detto che ti farei del male? Ti prenderei solo con la forza."
    A quella frase il Sindaco di Water Seven avvampò.
    Cercò di auto convincersi che il compagno non l'avesse detto con quel idea in mente ma... gli aveva fatto un certo effetto e gli aveva fatto tornare in mente quello che era accaduto il giorno del suo ventiseiesimo compleanno.
    Dannazione.
    Tra tutti i ricordi, l'unico che non voleva ricordare ora lampeggiava nella sua mente.
    E in effetti, guardò male il cyborg, aveva dei precedenti.
    Forse quelle frasi non erano dette poi così a caso...
    " Allora, ti muovi?", insistette Franky, già pronto a battersi per ottenere ciò che voleva, stupendosi però quando l'altro ubbidì.
    Si aspettava un minimo di resistenza da Iceburg, ma fu contento ugualmente anche perché era ovviamente all'oscuro di ciò che provava il compagno.
    Non voleva iniziare una lotta con Franky.
    Non voleva sentirlo troppo vicino.
    Era imbarazzante.
    Anche quella situazione lo era - tutto il restare lì in quella vasca, con quei pensieri, era imbarazzante -, ma era sicuro di poterla gestire in modo migliore.
    Non avrebbe permesso che finisse come quella volta - tralasciando il fatto che Tom non c’era più - per quel momento gli bastava serrare le labbra e cercare di ignorare le mani del cyborg sulla sua schiena.
    Mani grandi, stranamente morbide e calde, sapevano dove sfiorarlo per farlo rilassare e... non andava bene.
    Non doveva rilassarsi!

    Si allontanò impercettibilmente ma non servì a nulla.
    Lunghi ma rilassanti brividi lo percorrevano spingendolo a socchiudere gli occhi, ad abbandonarsi completamente.
    Infondo Franky l'avrebbe afferrato se lui si sarebbe lasciato andare.
    Non l'avrebbe mai perso.
    Un mugugno beato abbandonò le sue labbra, non più serrate, attirando maggiormente l'attenzione dell'altro.
    Piegò il capo per vederlo in viso senza però grandi risultati e continuò con la sua opera.
    " B-basta...", esalò Iceburg dopo poco.
    " Mh?"
    L'uomo si voltò guardando il compagno in viso.
    Stava cedendo e non poteva permetterselo.
    Aprì bocca per dirgli che l'aveva lavato abbastanza ma venne bloccato dalle grandi braccia di Franky che lo attirarono in un abbraccio e dalle labbra premute contro le sue.
    Tanto inaspettato quanto già vissuto.
    Si staccò subito fissandolo con un cipiglio severo.
    " Non ti è mai passata quella tua mania di baciarmi a tradimento.", lo riproverò, anche se doveva ammettere che non gli dispiaceva.
    Tutte le sue convinzioni andavano a farsi benedire molto coerentemente quando di parlava di quel idiota.
    Ed era come quella volta, il giorno nel suo compleanno, e come se si stesse ripetendo tutto.
    E Franky stava distruggendo tutte le difese e tutte le sicurezze che Iceburg aveva eretto solo per nascondere ciò che provava.
    " Mania? È solo la seconda volta che lo faccio!"
    “ Hai già dei precedenti! Quindi è una mania!”
    “ Bah... sto cercando solo di velocizzare i tempi e di riallacciare i rapporti di un tempo.”
    “ Nma... non abbiamo mai avuto quel tipo di rapporto.”, precisò.
    “ Tomsan ci aveva interrotti. Altrimenti sarebbe stato diverso.”
    “ Diverso? Sei sicuro che quella volta, una volta usciti dal bagno sarebbe stato tutto diverso?”
    Lo voleva sapere anche lui.
    Era una domanda che si era posto più e più volte senza mai trovare una risposta.
    Doveva sapere che pensava Franky.
    “ Ovvio.”, rispose sicuro. “ Non si fa sesso con un amico.”
    “ ...”
    “ E non venirmi a dire che non eravamo amici o ti tiro un pugno!”
    Iceburg sospirò.
    " Nmaa... in ogni caso oggi non è il mio compleanno.
    Era lunatico.
    Era infantile.
    E in quel momento era felice di esserlo.
    Poteva in quel modo comportarsi incoerentemente e tradire tutte le cose che fino a quel istante aveva pensato.
    Al diavolo l’imbarazzo, al diavolo il tempo.
    Al diavolo tutto!
    C’erano solo lui e Franky.
    “ Quindi non hai l’autorizzazione per baciarmi.”, ghignò.
    “ Io l’autorizzazione c’è l’ho infatti.”
    “ Eh?”
    Il cyborg sorrise con un accenno malizioso.
    “ Da questa posizione è difficile nascondere il Piccolo Bakaburg.
    Iceburg si morse le labbra e, stizzito, lo schizzò in viso.
    " Come se il Piccolo Bakanky riuscisse a nascondersi!", ribatté come per difendersi.
    " Oh, ma lui non vuole nascondersi.", si sistemò meglio, poggiando le braccia sui bordi della vasca. " Lui è lì in agguato."
    Il più grande scosse impercettibilmente la testa.
    " Nmaa... me ne sono reso conto...", rispose aggiungendo poi con un ghigno, era pronto a stare al gioco e anche ad andare oltre. " E ne sono anche stupito. Non mi aspettavo che un robot ne fosse in grado."
    " Non sono un robot! Sono un cyborg!", esclamò.
    " Robot, cyborg... è la stessa cosa.", lo stava prendendo in giro, sapeva quanto Franky fosse suscettibile.
    " No! Non è la stessa cosa!", si mise dritto per guardarlo diritto in viso. " Io ho ancora delle componenti umane quindi so-"
    Iceburg approfittò subito di quel movimento per baciarlo a tradimento e bloccare tutte le sue parole.
    Solo in quel momento tutti i sogni proibiti, che la mattina si imponeva di dimenticare, riaffioravano in lui.
    Aveva desiderato seriamente di arrivare a quel punto.
    " Chi è che bacia a tradimento?", domandò divertito Franky, attirandolo ulteriormente a sé.
    " Nma... te lo dovevo...", rispose sistemandosi a sua volta, lasciandosi scappare un mugugnò nel sentire il membro del compagno contro il suo.
    Tesi e frementi.
    Gonfi di piacere frustrato ancora rinchiuso nei loro corpi.
    Ed era quello il momento per entrambi di decretare la fine dei giochi, delle chiacchiere inutili e delle perdite di tempo.
    Non erano più degli adolescenti alla scoperta del loro corpo per la prima volta.
    Erano adulti, ben consci del desiderio che li spingeva l'uno verso l'altro.
    Un vortice lussurioso che era stato privato dall'orgoglio del dono della parola, affinché solo i gesti potessero comunicare ciò che provavano.
    E li si unirono.
    Mani affondate nei capelli e altre che percorrevano un'ampia schiena.
    Bacini che si muovevano, strusciandosi maliziosi e lussuriosi, l'uno contro l'altro mandando prepotenti scariche di piacere sulle labbra, incollate a quelle dell'amante.
    Separati solo per qualche attimo dalla la mancanza di respiro ma ancora uniti da un fine filo di saliva e dai gemiti ormai liberi di sfogarsi.
    Senza esitare, l'enorme mano di Franky afferrò i loro due membri ancora tesi, iniziando a carezzarli con foga.
    Mugugnò, scosso da un brivido, sforzandosi di tenere gli occhi aperti per non perdersi neanche un’espressione del viso dell'amante contratto dal piacere.
    Era stupendo.
    I capelli non erano più ritirati in quella rigida capigliatura ma gli ricadevano scomposti sul viso bagnato.
    Le labbra scure, socchiuse, lasciavano scappare dolci gemiti e lamenti, mentre le mani si aggrappavano spasmodiche alle grandi spalle dell’altro come per sostenersi.
    Lo attirò di nuovo a sé per baciarlo, senza mai fermare la sua mano che stava portando entrambi al culmine.
    Aumentò il ritmo, soffocando un gemito in quell’invitante bocca, e quando sentì le unghie di Iceburg conficcarsi sulle sue spalle, capì che era vicino.
    “ F-franky... cazzo...”, gemette staccandosi cercare di riprendere fiato inutilmente.
    Ogni carezza gli rubava l’aria ma continuava a vivere grazie a quel dannato piacere che gli stava facendo perdere il controllo.
    Alzò il bacino per accogliere meglio i movimenti della mano dell’amante e, nascondendo il viso nell’incavo del collo del cyborg si riversò nella tiepida acqua con un gemito liberatorio.
    Sentiva la sua schiena scossa da mille brividi. Era come se delle formichine vi stessero camminando sopra, veloci e indaffarate.
    Ma non gli creava alcun fastidio, anzi: il contrario.
    Boccheggiò per un po’, cercando di riprendere il respiro.
    “ Guarda che non ho finito...”, gli sussurrò Franky all’orecchio, leccandogli poi il lobo con fare divertito.
    Iceberg non rispose chiudendo gli occhi.
    Sentiva l’erezione dell’amante, ancora viva e pulsante, premere contro di sé.
    Si leccò le labbra, improvvisamente aride, e alzò il capo per scrutare il cyborg.
    Lo voleva e sapeva che anche Franky era della stessa idea.
    Quindi: perché indugiare?
    “ Iceburg.”, la voce, stranamente seria dell’altro lo bloccò.
    Era inusuale sentire il cyborg con quel tono.
    “ Che c’è?”
    “ Assicurami che una volta usciti da qui le cose tra noi miglioreranno.”
    Sospirò e lo abbracciò.
    “ Nmaaa... dipende da come ti comporti ora.”, lo stuzzicò. “ Non c’è nessuno a interromperci come l’altra volta.”
    Franky lo strinse per i fianchi spingendolo verso la sua erezione per fargli saggiare la consistenza della sua carne.
    “ La situazione è decisamente diversa.”, lo baciò veloce. “ Non è il tuo compleanno né tantomeno io sarò passivo.”
    Il più grande non ribatté, infondo lui voleva stare con Franky e non gli interessava granché la posizione che doveva assumere.
    Gli andava bene tutto.
    Voleva solo stare con il suo compagno: niente di più.
    “ Nessun problema.”, rispose sollevandosi appena per aiutarlo a sistemarsi.
    “ Ottimo allora.”, la voce del cyborg tradiva una certa preoccupazione, il timore di ferire l’amante e di sbagliare erano più che giustificate in quella situazione, anche Iceburg era preoccupato.
    Potevano essere degli adulti, potevano essere uomini, cyborg e sindaci... ma non erano mai maturati.
    Sarebbero rimasti due ragazzini per sempre, qualunque cosa sarebbe accaduta.
    “ Dai tu il ritmo.”, borbottò Franky, trattenendo un mugugno nel sentire la punta del suo membro sfiorare il corpo caldo dell’amante.
    L’altro assentì mordendosi le labbra mentre, aiutandosi con una mano, guidava l’erezione del cyborg al suo interno.
    Strinse le labbra nell'avvertire l'iniziale dolore, ma continuò a calarsi senza lamentarsi.
    Era ovvio che sentisse male - era umano - ma era anche normale che cercasse di non mostrarlo - era un uomo.
    Si lasciò scappare solo un mugugno quando lo sentì completamente dentro.
    Restò immobile per abituarsi a quel intrusione, aiutato anche dalla resistenza dell’amante che, fermo, aveva iniziato a masturbarlo.
    Timidamente provò un primo movimento, sentendo subito una frustata di dolore scuotergli la schiena.
    “ Rilassati...”, mormorò Franky, continuando a carezzarlo.
    La sua voce era roca, carica di desiderio ma restava immobile per non ferirlo ulteriormente.
    Assentì abbassando la testa e tentando ancora lo stesso movimento, cercando di concentrarsi solo sulle mani dell’amante sul suo corpo.
    Solo loro.
    Solo quelle mani.
    E si mosse ancora e ancora, fino a quando un leggero gemito lasciò le sue labbra, incoraggiando il cyborg ad alzare i fianchi per toccare ancora quel punto.
    “ Mh...”
    Franky sorrise ripetendo il gesto quasi con sollievo.
    Era stretto quasi da fargli male e restare immobile in quel modo lo stava facendo impazzire.
    E finalmente per Iceburg il dolore era solo una leggera ombra in confronto alle scariche di piacere che lo stavano percorrendo ad ogni movimento.
    Perfino Franky, ormai libero dall'imposizione d'immobilità, si stava lasciando andare a bassi mugugni, assecondando ogni affondo e aumentando le sollecitazioni sulla sua erezione che presto esplose per la seconda volta perdendosi nell'acqua ormai sporca.
    Il cyborg, nel sentire le pareti dell'amante contrarsi attorno a sé, a causa del piacere provato, emise un gemito più alto che lo scosse del tutto.
    Iceburg dalla sua, poggiò la testa sulla spalla dell'altro cercando di riprendere fiato.
    Dentro di sé ancora l'erezione pulsante di Franky che, afferrandolo per i fianchi, lo attirò a sé.
    Gli scostò i capelli dal viso bagnato e sudato chiudendo le sue labbra in un lungo bacio, riprendendo a muoversi sotto di lui.
    Gemiti soffocati si persero nelle loro bocche unite e più febbrili diventavano le spinte, più quei lamenti di piacere si facevano frequenti fino a condurli all'apice della loro lussuria.
    Stretti in quel caldo abbraccio cercarono di recuperare le energie.
    Spossati ma soddisfatti.
    Anche felici di essere ancora insieme.
    " Umpf... e dire che mi dovevo lavare...", commentò dopo un po' Franky, per spezzare quel silenzio innaturale.
    " Nmaa... mi sa che dovrai farti un altro bagno...", rispose con un sorriso l'altro, stringendolo.
    Non era mai stato un tipo particolarmente affettuoso, ma non riusciva a farne a meno.
    Era così stanco e felice, e anche un po’ dolorante, che gli veniva spontaneo.
    " Bagno?! C'è sempre la doccia.", lo guardò divertito. " Ci facciamo una doccia?"
    " D'accordo."
    Franky sorrise e, senza dare il tempo all'amante di ribattere, lo prese in braccio portandolo dentro la doccia dove lo baciò ancora spingendolo contro la fredda parete.
    Era quella la vita che voleva.
    Voleva stare con Iceburg per sempre.
    Perché gli voleva bene.
    Perché era l'unica persona che poteva amare.
    Perché era Iceburg ed era suo e niente quella volta l'avrebbe separato da lui.
    Franky si sarebbe battuto per conservare quel legame.
    Era una promessa.
    Era il suo giuramento.
    Lui e Iceburg sarebbero rimasti insieme.





    Edited by p r i n c e s s KURENAI ~ - 10/12/2010, 12:58
     
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