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Titolo: Colored Pins
Titolo del Capitolo: Bianco Natale
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia (Gilbert Weillschmidt), Cina (Yao Wang)
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai, What if? (E se...)
Conteggio Parole: 576 (FiumiDiParole)
Note: 1. Scritta senza pretese per Kuromi<3
2. Partecipa al Calendario dell'Avvento: 19 Dicembre con prompt "Il vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamo mai soli" - (Taylor Caldwell).
3. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt 30. Bianco
4. Partecipa a FiumiDiParole.{ Bianco Natale ~
Fuori dalla finestra solo un’immensa distesa di neve bianca, accecante e forte lasciava in Prussia un vago senso di vuoto.
Quel colore non gli era mai piaciuto. Era troppo puro e semplice da sporcare, era un qualcosa che nelle sue mani si sarebbe rovinato fin troppo facilmente.
Non era mai stato un tipo insicuro e non lo sarebbe mai stato, ma da quando aveva perso il suo ruolo di Nazione, aveva iniziato a trovare il tempo per pensare. In fondo non doveva più combattere: poteva dedicare la sua vita a qualsiasi altro hobby - tutto tranne il ricamo, lui non era un vecchietto come Inghilterra.
Proprio per quel motivo aveva iniziato ad odiare il bianco.
I motivi erano futili e stupidi, ma nella sua testa avevano tutti un senso.
Il bianco equivaleva alla neve. Neve che gli ricordava Russia e quindi non poteva assolutamente essere una cosa buona.
Inoltre il bianco era anche il colore dell’inverno oltre che della neve e in quella stagione succedevano cose non tanto piacevoli.
Il 25 Febbraio lui aveva smesso di essere una Nazione ed era ancora inverno e quando arrivava il periodo natalizio lui si ritrovava solo.
Suo fratello se ne andava a festeggiare chissà dove con le altre Nazioni e lui veniva bellamente ignorato: in fondo non era più importante.
Certo, West lo invitava ma Prussia preferiva sempre rifiutare con qualche boriosa scusa per il semplice motivo che non si sentiva a suo agio tra quelli che un tempo erano amici e alleati.
Non era più come loro.
Lui, il suo nome, non aveva più valenza geografica o politica.
Per tutto quello odiava il bianco e, di rimando, anche tutto quello che vi era collegato.
Sbuffò irritato e fece per allontanarsi dalla finestra - osservare la neve era da cinici e lui non lo era - quando un qualcosa di colorato lo attirò.
Non riusciva a capire chi fosse - era coperto da una sciarpa rossa e da una cuffia del medesimo colore - ma stava andando verso il campanello di casa, ed infatti poco dopo sentì lo scampanellio che confermava quella visita inaspettata.
“ Arrivo!”, sospettoso andò ad aprire, restando senza parole quando incontrò i vivaci occhi di Cina.
“ Ciao. Posso entrare? Qui si gela, aru!”, esclamò allegramente Yao.
“ Certo...”, Gilbert lo fissò stranito, chiudendo la porta alle spalle mentre l’altro si liberava del suo cappotto pesante e delle varie cosettine che aveva indossato per riscaldarsi.
Certo, lui e il cinese di frequentavano da un po’ ma da qui al trovarselo a casa per Natale ne passava di acqua sotto ai ponti.
“ Sei solo come sospettavo, aru.”, dichiarò Cina.
“ Sei venuto ad appurare questo?”, domandò Prussia.
“ No. A farti compagnia, aru.”, rispose con naturalezza l’altro, stupendo ancora Gilbert.
“ Non dovresti passare il Natale con la tua famiglia?”
“ Non festeggiamo il Natale. Quindi posso benissimo passarlo con te e farti compagnia, aru. Ma se non sono il benvenuto posso anche andare da Russia, aru...”
“ NO!”, esclamò subito Prussia. “ Sei il benvenuto! E non nominare più quel nome a casa mia!”
Yao ridacchiò divertito, lui in realtà non sarebbe dovuto essere lì ma ad una festa con Giappone e gli altri... ma per quell’anno, si era detto, potevano anche fare a meno di lui. Perché c’era un qualcuno che aveva più bisogno della sua presenza, un qualcuno che stava diventando sempre più importante - strano a dirsi ma era vero - e che non poteva passare il Natale da solo.
In fondo era quello il vero messaggio di quella festività: che nessuno rimaneva mai davvero solo.
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