La Breve Storia di una Figlia di Genitori Separati

Per Tutti | Clarice

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: La Breve Storia di una Figlia di Genitori Separati
    Fandom: Originale
    Personaggi: Clarice
    Genere: Introspettivo, Malinconico
    Rating: Verde
    Avvertimenti: OneShot
    Conteggio Parole: 1034 (FiumiDiParole)
    Note: 1. A Francis, senza motivo e con tutti i motivi di questo mondo. Perché tutto quello che scrivo, indipendentemente da cosa è, è per te<3
    2. Prima vera originale che scrivo ._. scritta piuttosto di getto mentre leggevo il prompt della challenge ._. va bhe... spero sia la prima di una serie! Ah, e il titolo è decisamente randomXD
    3. Partecipa al Calendario dell'Avvento: 5 Dicembre con prompt "Vorrei poter mettere lo spirito del Natale all'interno di un barattolo e poterlo tirare fuori mese per mese, poco alla volta" (Harlan Miller).
    4. Partecipa al The One Hundred Prompt Challange indetto da BlackIceCrystal. Con prompt 88. Desiderio
    5. Partecipa a FiumiDiParole.

    { La Breve Storia di una Figlia di Genitori Separati ~



    Clarice aveva solo otto anni quando i suoi genitori decisero di prendere strade diverse. Era piccola in quel periodo ma non di certo stupida, e aveva ben presto iniziato a comprendere che alcuni giorni della settimana doveva passarli con suo padre, mentre altri con la mamma.
    Non capiva il perché di quella strana divisione, del perché suo padre non stesse più a casa, sapeva solo che a lei era sempre piaciuto stare con entrambi i suoi genitori e non poteva far altro che interrogarsi sul motivo di quella bizzarra situazione.
    Era arrivata anche a chiedere spiegazioni, ma la risposta che otteneva era sempre la stessa da ambedue le parti: " Mamma e papà non si vogliono più bene come una volta, ma vogliamo molto bene a te, piccola mia."
    Credeva a quelle parole - perché avrebbero dovuto dirle una bugia? - ma faticava a capire come due persone che erano così perfette insieme - era la normale visione dei genitori vista da un bambino - potessero dire di non volersi più bene.
    Era assurdo e per quel motivo iniziarono ad affiorare i primi dubbi sul fulcro di quel problema.
    Una volta sua madre le aveva detto che lei era nata dall’amore suo e del padre e, a ragion di logica, se non si volevano più bene lei che era il risultato di quell’amore doveva essere per forza la causa.
    Aveva forse aveva fatto o detto qualcosa di sbagliato?
    Non si ricordava di essere stata cattiva con loro, ma anche se Clarice si reputava una brava bambina - perfino le maestre lo dicevano sempre, aggiungendo che spesso era così buona da sembrare una bambola di Biancaneve per via della sua pelle chiara e i capelli scuri - poteva non essere considerata tale dai suoi genitori.
    Per quel motivo, quando erano certi che lei non fosse lì ad ascoltarli, iniziavano a parlare e lei origliava per capire di più.
    Li sentiva alzare la voce e spesso finiva per udire sua madre piangere e suo padre andare via sbattendo la porta. Clarice, nonostante gli sforzi fatti, non capiva mai quello che si dicevano e non arrivava neanche a comprendere il motivo per il quale la mamma si disperasse in quel modo... e il dubbio che fosse solo colpa sua le faceva male.
    Ma i suoi genitori non avevano mai parlato di punizioni ed ogni volta che esprimeva i suoi timori si prodigavano per rassicurarla.
    Le dicevano che lei non aveva alcuna colpa, che lei era davvero una brava bambina e, come per dimostrarle il loro affetto, si impegnavano a mostrarsi sempre felici in sua presenza. Infatti, nei giorni prestabiliti della settimana che doveva passare o con il papà o con sua madre, la portavano sempre a spasso per la città e la riempivano di regali.
    Inizialmente quella situazione fatta con gite allo zoo, all'acquario e con quei doni stupendi era quasi sopportabile, ma quando i due si incontravano tutta la magia spariva e l'atmosfera si faceva triste e tesa.
    Era diventato quindi raro per Clarice vedere i genitori nella stessa casa senza discussioni, ed ora che aveva undici anni si era resa conto che l'unico momento in cui poteva incontrarli insieme senza litigi, e con un vero sorriso sulle labbra, era il Natale.
    Si partiva dalla cena della Vigilia fino ad arrivare al pranzo di Natale: quelli erano gli unici attimi in cui tutto tornava come in passato.
    Nessuna tristezza, nessun giorno prestabilito alla settimana, nessun litigio fatto di nascosto e nessun dubbio sulla sua colpevolezza.
    Era come se uno spiritello gentile, guidato dal Natale, facesse tornare indietro nel tempo la sua famiglia, riportandola ai giorni in cui tutti ancora vivevano sotto lo stesso tetto senza dover passare il lunedì con la mamma e il martedì con il papà. Esattamente come desiderava Clarice.
    Ma tutto finiva sempre troppo presto e lei si ritrovava ancora catapultata in quella routine settimanale che la riempiva di dubbi senza mai colmare il vuoto che quella separazione aveva creato.
    In quei momenti, quando il Natale si allontanava, desiderava semplicemente riuscire a catturare lo spiritello gentile che riuniva i suoi genitori con la magia. L'avrebbe voluto tenere in un barattolo sempre con sé e farlo uscire di mese in mese per farle sentire, quando ne aveva più bisogno, com'era avere ancora una famiglia... era un desiderio tanto impossibile?
    Continuava a chiederselo ogni giorno quando era il momento di andare a dormire e guardava un barattolo vuoto sul suo comodino. Lo teneva lì come per ricordarsi quel suo desiderio sperando che lo spirito natalizio entrasse in quella prigione di vetro da solo, mosso dalla compassione.
    Ma più il tempo passava, più i suoi genitori si allontanavano. Di conseguenza anche Clarice cresceva e capiva quello che da bambina non riusciva a comprendere.
    Aveva quindici anni ormai e tutto aveva finalmente un altro significato.
    C’era una donna nella nuova abitazione di suo padre. C’era da sempre stata da quando era iniziata quella strana situazione che da bambina l’aveva confusa.
    Forse non l'aveva mai notata o se l'aveva fatto quella donna era sempre stata vista come un'amica del genitore, ma alla fine si era rivelata essere la causa della fine del matrimonio dei suoi.
    Era buona e simpatica, lo era sempre stata nei suoi confronti, ma ormai Clarice la vedeva con occhi d'odio per averle strappato un'intera infanzia con la sua famiglia... e, sinceramente, non riusciva neanche a perdonare suo padre per aver permesso ad un'altra di mettersi in mezzo alla loro felicità.
    Poi, con il tempo, era arrivato un altro uomo a casa di sua madre. Era gentile e divertente e non si era mai imposto come nuovo padre di Clarice ma la trattava come una figlia. L’aveva accompagnata a scuola, l’aveva ascoltata nei momenti difficili e anche se non l'avrebbe mai chiamato 'papà' - per lei sarebbe sempre stato Sam - lei gli voleva bene.
    Lo adorava davvero per aver riportato il sorriso sulle labbra della madre fino a creare una nuova famiglia.
    Solo crescendo aveva capito che in quel barattolo, che teneva ancora sul comodino come ricordo, era entrato per davvero lo spiritello del Natale e, esaudendo quel suo desiderio, le aveva donato ancora quel calore familiare che tanto le mancava.
    Non c'era più il suo vero padre durante la vigilia, anche lui aveva ormai una sua famiglia, ma c'erano sua madre, Sam e il piccolo Gabriel a rendere tutto perfetto.


    image


    Edited by p r i n c e s s KURENAI ~ - 10/12/2010, 13:12
     
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  2. Nea-chan
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    User deleted


    çwç
    Che storia triste!
    Povera Clarice! >.<
    Mi ha fatto così pena che avrei tanto voluto uscire dallo schermo del pc e andare a consolarla.
    Ma per fortuna il finale di questa storia le ha restituito il sorriso. :)
    Comunque, bisogna dire che, per i bambini, i divorzi sono sempre dei grandi traumi: è come perdere il loro punto di riferimento.
    Ed è più che normale che soffrano anche al punto di chiedersi se siano in qualche modo responsabili della rottura familiare.
    Ecco perchè a volte critico aspramente il comportamento di certi genitori che usano i propri figli per farsi la guerra tra di loro: già quelle povere creature soffrono da morire per il divorzio e usare il loro dolore per danneggiare il/la coniuge è un comportamento a dir poco vigliacco.
    Questo è quello che penso.
    Detto ciò, passiamo alla recensione: la storia di Clarice è molto toccante e non si può mai fare a meno di simpatizzarla e capire perfettamente quello che prova.
    La protagonista ha vissuto di certo dei momenti emotivamente difficili nella sua infanzia, per non parlare poi della sconcertante verità sul divorzio dei loro genitori nell'adolescenza.
    E' comprensibile che, in un primo momento, abbia odiato a morte la compagna di suo padre, ritenendola l'unica responsabile della rovina dell'armonia familiare.
    Del resto, per i bambini, la famiglia è il loro universo.
    Sono molto contenta che alla fine è tornata a essere felice.
    Ha imparato che la vita è fatta di alti e bassi e che arriverà sempre il giorno in cui si può tornare a essere felici.
    La tua storia è bellissima proprio per questo preziosissimo insegnamento. :)
    Come sempre, la grammatica e la sintassi sono ineccepibili. <3
    Non ho altro da aggiungere, mia cara.





    Alla prossima! <3
     
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1 replies since 5/12/2010, 14:48   75 views
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