6. La Luce alla fine del Mondo

NC-12 | Francia/Polonia

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: I’ve got a thing about you
    Titolo del Capitolo: La Luce alla fine del Mondo
    Fandom: Axis Powers Hetalia
    Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Polonia (Feliks Łukasiewicz)
    Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico
    Rating: Giallo
    Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai
    Conteggio Parole: 678 (FiumiDiParole)
    Note: 1. Il titolo della serie è tratto dalla canzone A thing about you dei Roxette.
    2. Perché la Francia/Polonia esiste e non capisco perché ben pochi la calcolino come coppia. Bah! Comunque trae ispirazione dai due eventi storici che segnarono la Polonia alla fine dell’1700 inizi del 1800. La spartizione tra Austria, Russia e Prussia (che costò alla Polonia la scomparsa dalle cartine per 123 anni) e la nascita del Ducato di Varsavia creato da Napoleone - anche se durò poco, pochissimi anni, si può dire che la Polonia ha continuato ad esistere, nonostante la perdita del suo nome, grazie a quello.
    3. Dedicata, ovviamente, a KuromiAkira.
    4. Partecipa al Meme di San Valentino indetto da michiru_kaiou7. Questa fic è stata scritta per il prompt: “Light at the end of the world.
    5. Partecipa a FiumiDiParole.

    { I’ve got a thing about you ~
    - 6. La Luce alla fine del Mondo -



    Restava poco della sua terra o forse, era meglio dire niente. Non aveva più un nome e la sua vita era semplicemente attaccata alla volontà del suo popolo che ancora non si piegava all’oppressione straniera. Ma ormai, della vecchia Polonia restava poco e niente da salvare, e lo stesso si poteva dire del corpo di Feliks.
    Non sentiva più gli arti - né superiori e né inferiori - e per questo faticava anche a muoversi. Non le vedeva né le sentiva ma sapeva che aveva delle piaghe da decubito causate dalla sua poca mobilità e dalle lenzuola ormai sporche. Infine, parlava ormai solo per monosillabi, era troppo doloroso e anche faticoso aprire bocca.
    Restava sempre disteso nel suo letto, sordo alle notizie del mondo che giungevano anche in quel luogo.
    Che cosa importava a lui in fondo?
    Le ultime notizie non erano state quelle che avrebbe definito buone. All’ultima novità - e relativa visita di una delle altre Nazioni - gli era stata presa ancora della terra, fino a costringerlo steso su quel giaciglio quasi come un vegetale.
    Forse era al ricordo di quel fatto che nel veder entrare Francia in quella stanza - lo vide coprirsi naso e bocca in un modo quasi elegante come per proteggersi dalla puzza che aleggiava in quel luogo - ebbe paura.
    Lo voleva definitivamente morto? Voleva togliergli quel poco che gli restava?
    Da sempre i più forti sopprimono i più deboli, era la legge della natura e della vita.
    Chiuse quindi gli occhi, lasciandosi avvolgere dall’oscurità. Sentiva le lacrime bruciare e pizzicare, e lì capì che quella era la fine del suo mondo.
    Certo, aveva cessato di vivere anni addietro, ma il suo popolo l’aveva sempre aiutato a cercare di risollevarsi... ma contro Napoleone che poteva fare? Francia era potente e lui solo il ricordo di una vecchia Nazione che ormai non esisteva più.
    C’è puzza di morto.”, commentò Francis con tono schifato, ma Feliks non rispose. “ Sai che sarebbe buona educazione salutare? Ed io che ho fatto tutta questa strada per vederti.”, continuò l’altro, lamentandosi, senza però ottenere alcuna reazione. Il ché lo preoccupò non poco: non poteva essere arrivato troppo tardi.
    Si avvicinò ulteriormente e guardò quel che restava della Polonia, notando come - seppur debolmente - il petto si alzasse e riabbassasse nel lento respiro. Sollevato, si guardò attorno, ricordandosi quello che tanti polacchi, ormai residenti nella sua terra, gli avevano chiesto.
    L’avevano pregato di fare qualcosa per la loro Nazione, di salvarlo in qualsiasi modo e di non farlo morire. Di fronte a simili richieste lui non si era tirato indietro ed era arrivato lì, battaglia dopo battaglia, guidato da Napoleone.
    Aveva ottenuto la pace e, aveva salvato Feliks.
    “ Dovresti essere anche più gentile verso chi ti salva la vita. Da oggi, tu sei il Ducato di Varsavia. Sei ciò che rimane della Polonia, non sprecare questa occasione.”, dichiarò, spostandosi per aprire una finestra per lasciar entrare non solo aria fresca e pulita, ma anche della luce che andò a illuminare il polacco, riscaldandolo.
    C-cosa?”, Feliks era ancora debole, ma aveva sentito quelle parole così come sentiva sulla sua pelle l’aria ed il calore - da quanto tempo non sentiva quella bella sensazione?
    Non morirai.”, rispose Francis, tornando al capezzale dell’altro. “ Ma devi sempre combattere per mantenere viva la tua terra, la tua lingua ed il tuo nome. Non puoi lasciarti andare così.”, aggiunse, con tono di rimproverò che però strappò un piccolo sorriso, il primo dopo anni, a Feliks.
    Dziękuję1...”, mormorò piano.
    Dovere. Un giorno quando riuscirai a metterti in piedi, saprai come ricambiare no?”, il francese ghignò lievemente, lasciando intendere quale sarebbe stata la ricompensa che gli avrebbe chiesto, ma al polacco non importava infatti neanche rispose, limitandosi a guardarlo sempre con quel piccolo sorriso che l’altro gli aveva fatto nascere.
    Sentiva la speranza crescere in lui e con gli occhi si perdeva nei brillanti riflessi che il sole creava sui biondi capelli di Francia.
    Polonia, che ormai era il Ducato di Varsavia, aveva visto la morte, la fine del suo mondo, ma grazie a Francis aveva ritrovato la luce ed un nuovo motivo per vivere.

    1 Grazie, in polacco
     
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