2. Un quasi fallimento del San Valentino Memorabile

Per Tutti | Cuba/Vietnam

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    ~ The Huntress Princess
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    Titolo: I’ve got a thing about you
    Titolo del Capitolo: Un quasi fallimento del San Valentino Memorabile
    Fandom: Axis Powers Hetalia
    Personaggi: Cuba, Vietnam
    Genere: Introspettivo, Fluff, Romantico
    Rating: Verde
    Avvertimenti: Flashfic
    Conteggio Parole: 861 (FiumiDiParole)
    Note: 1. Il titolo della serie è tratto dalla canzone A thing about you dei Roxette.
    2. Per Vietnam ci tengo a precisare che, per la totale mancanza di una caratterizzazione del personaggio da parte di Hidekaz Himaruya, lei è una mia Original Character. Ho passato giorni a scegliere come e perché caratterizzarla in questo modo, andando contro ai luoghi comuni che molte immagini dei fan fanno di lei. Quindi, che non vi salti in mente di copiare il carattere perché potrei veramente alterarmi e diventare cattiva.
    3. I nomi usati, Luyen e Leandro, sono miei. Non hanno alcun legame con quelli che sceglierà Himaruya. Anche questi, come il carattere di Vietnam, sono stati scelti in un modo serio e con lo studio della lingua di entrambi per trovare un qualcosa di credibile.
    4. A l’Havana vi è una grande comunità cinese e i piatti del posto sono stati decisamente condizionati da questo.
    5. Sequel di Per un San Valentino Memorabile. Accenni a Primera Navidad
    6. Partecipa al Meme di San Valentino indetto da michiru_kaiou7. Questa fic è stata scritta per il prompt: "Buon San Valentino!", "... Sul serio, a volte mi domando cos'hai dentro la testa"
    7. Partecipa a FiumiDiParole.

    { I’ve got a thing about you ~
    - 2. Un quasi fallimento del San Valentino Memorabile -



    Vietnam non aveva mai avuto particolarmente a cuore i festeggiamenti di San Valentino né, sinceramente, aveva mai avuto qualcuno con cui festeggiarlo, e se si tralasciava Francia e le sue continue esternazioni d'amore e d'affetto, che diventavano quasi soffocanti in quelle misere ventiquattr'ore, non aveva neanche mai desiderato riconoscere quel giorno come una vera e propria festa. Per quello era solita definire la ricorrenza del San Valentino come una stupida scusa per ancor più stupidi allocchi che avevano solo denaro e tempo da spendere inutilmente, e lei non voleva assolutamente entrare in quel gruppo di idioti passando quel 14 Febbraio con un’espressione ebete a spargere cuoricini rossi e cioccolata.
    Tra l'altro, la considerava una ricorrenza come il Natale, così tanto commercializzata da far schifo e che quell'anno era stata costretta a passare con Spagna: un'esperienza che mai e poi mai avrebbe voluto ripetere. Molto meglio le feste della sua terra, cose veramente importanti che non cercava di imporre alle altre Nazioni.
    Nonostante ciò, l'avrebbe ugualmente passato con la persona che amava senza però festeggiarlo realmente, quel 14 Febbraio sarebbe stato esattamente come tutti gli altri giorni ed era certa che anche Cuba la pensava come lei - andavano d'accordo quasi su tutto in fondo.
    Decisamente più sollevata dall'idea di passare un'intera serata con il cubano - magari a mangiare prima qualcosina poi a fare l'amore un po' dove capitava, data l'innata vena passionale dell'uomo - riuscì a superare facilmente quegli assurdi negozietti dipinti di rosa per l'occasione e quegli smielati fidanzatini che infestavano le strade, fino a raggiungere la casa dell'altro.
    Prese la chiave - Cuba aveva insistito affinché ne facesse una copia, voleva che Vietnam si sentisse a casa sua anche in quella terra, un po' come erano soliti dire i loro boss che parevano più che favorevoli alla loro relazione - e aprì la porta senza troppi intoppi, salvo poi ritrovarsi il naso violato da una strana puzza.
    Non era propriamente un odore sgradevole, ma era troppo dolce e buono per appartenere all'abitazione di Cuba che, solitamente, profumava di sigari e di alcuni piatti tipici dell'Havana, quelli dalla forte discendenza cinese che l'uomo era solito prepararle per farla sentire ancor più di casa.
    Storse quindi il naso e chiuse la porta alle sue spalle, cercando di elaborare un motivo plausibile a quello strano odore ma, ogni suo ragionamento si spense quando apparve l'uomo dal salotto. Cuba sorrideva, felice e soddisfatto da chissà quale bravata, e - poteva cadere il mondo per quello - vestiva in un modo, che sia lei che sicuramente l'altro, avrebbero definito impeccabile, data l'indole del cubano. La camicia era stirata e profumava di pulito - non di sigari e rum - ed era perfettamente chiusa, non eroticamente aperta sul petto in una distratta sensualità.
    Tentò ancora e ovviamente inutilmente, di spiegare quella situazione ma qualcosa le sfuggiva. E odiava non avere la situazione sotto controllo.
    " Leandro che...", l'uomo però la bloccò subito, pronunciando quattro parole che mai avrebbe pensato di sentir uscire dalle sue labbra.
    " Buon San Valentino, Luyen.", e senza nascondere un ancor più ampio sorriso carico di orgoglio, il cubano le porse un orribile pacchetto a forza di cuore dall'ancor più orribile colore, pieno sicuramente di cioccolata.
    " Sul serio...", esordì lei stupita, assumendo un'espressione seccata e forse un po' delusa - non tanto visibile, visto che non amava mostrare simili sentimenti. " A volte mi domando cos'hai dentro la testa."
    " Eh?", Cuba rimase abbastanza spiazzato dalla reazione della donna, che prese ugualmente il pacchetto solo per non lasciarlo con il braccio teso... anche se sarebbe stata la giusta punizione per quella genialata.
    " San Valentino?", ribatté Vietnam con uno sguardo torvo e tono quasi ironico.
    " Esattamente. È il 14 Febbraio.", dichiarò Cuba, incrociando gli arti al petto.
    " Hai finito il rum? O non hai più i sigari?", domandò a bruciapelo la vietnamita, prendendo in considerazione l'ipotesi, seppur assurda, dell'astinenza.
    " No!", esclamò l'altro. " Volevo solo essere romantico e farti passare una bella serata! È San Valentino! La festa degli innamorati."
    Vietnam in risposta lo afferrò per il colletto della camicia, con decisione e un po' di violenza.
    " Ti avverto, Leandro. Questa sarà l'unica volta che mi sentirai dire simili cose, quindi apri bene le orecchie.", dichiarò facendo annuire l'altro - non era spaventato dalla reazione della donna, anzi gli piaceva quella sua violenza, ma sapeva che poteva diventare abbastanza crudele se si arrabbiava. " Primo, mi basta stare qui con te per passare una bella serata, senza bisogno di queste assurdità. Secondo, ne ho fin sopra i capelli di San Valentino, dei cioccolatini e del rosa. L'unico che sopporto è quello dei vestiti di mia sorella. Terzo, quando si è innamorati è festa tutti i giorni, non solo per ventiquattr'ore.", decisa e abbastanza concisa, ma anche abbastanza dolce e romantica secondo l'ottica del cubano che, dimenticando la delusione di poco prima, ghignò.
    " Quarto?"
    Vietnam, scorgendo quell'espressione così familiare, si sentì quasi sollevata e, strattonandolo un poco - facendo saltare addirittura un bottone della camicia - gli soffiò praticamente sulle labbra un: " Quarto, vedi di impegnarti per farti perdonare, Leandro.", poco prima di baciarlo con possessività e decisione.
    Forse non era andata come speravano entrambi, ma sicuramente sarebbe stato un San Valentino abbastanza speciale.



    Edited by p r i n c e s s K U R E N A I ~ - 5/2/2010, 12:49
     
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0 replies since 3/2/2010, 14:15   101 views
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