13. Ricordi di un Natale Passato

NC-12 | Thailandia/Cina

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    Titolo: Advent's Time
    Titolo del Capitolo: Ricordi di un Natale Passato
    Fandom: Axis Power Hetalia
    Personaggi: Cina (Yao Wang), Thailandia
    Genere: Introspettivo, Malinconico
    Rating: Giallo
    Avvertimenti: OneShot
    Conteggio Parole: 596 (Word)
    Note: Scritta per il Calendario dell'Avvento: 13° giorno indetto da michiru-kaiou7

    { Advent's Time ~
    - 13. Ricordi di un Natale Passato -



    Tutti in quella grande casa si divertivano e lui, seduto silenzioso in disparte, si puliva di tanto in tanto gli occhiali e osservava tutto come uno spettatore.
    Era Natale e da quando Hong Kong era tornato dalla dominazione inglese, Cina non mancava mai di organizzare una grande festa per la Vigilia, invitando tutti i suoi fratelli che, mettendo da parte le varie incomprensioni e le liti che li avevano separati in quegli ultimi secoli, accettavano e si univano a quella che era una festa piena di felicità e amore - ma anche di fuochi d’artificio, come aveva furbescamente spiegato Hong Kong per il proprio tornaconto personale.
    Ridevano e cantavano, giocavano con dei videogiochi portati da Kiku, e Yao neanche si arrabbiava quando Im Yong Soo gli saltava addosso palpandolo. Erano tutti troppo allegri per pensare a ciò che succedeva fuori da quelle finestre, chiuse per non far entrare il freddo. Ma Thailandia non riusciva a ignorare quel che stava accadendo nel mondo, non quando anni prima uno tsunami aveva spazzato via tantissime vite.
    Tra l’altro, quella disgrazia era caduta in quello stesso periodo e non riusciva a gioire quando, anche in quel momento, famiglie di connazionali e non piangevano i loro cari anche a distanza di anni.
    Era più forte di lui e continuava a sentire sulla pelle le ferite riportate in quel lontano 26 Dicembre, mentre tutti ancora festeggiavano per il Natale appena passato.
    Sospirò e, pulendo ancora gli occhiali, posò per l’ennesima volta lo sguardo verso l’esterno della finestra.
    Siam, tutto bene, aru?”, domandò Cina avvicinandosi. “ Sei così silenzioso.”
    “ Mi chiamo Thailandia ora.”, lo corresse brevemente l’uomo, sforzandosi di mostrare al fratello un piccolo sorriso.
    “ Mh... sai benissimo che continuerò a chiamarti Siam, aru.”, ridacchiò Yao, sedendosi accanto al thailandese. “ Ti ho conosciuto con quel nome e sarà difficile che mi entri in testa.”
    “ Lo so. Ma non sono offeso.”
    “ Allora, perché non sei con gli altri a divertirti?”
    “ Perché, sinceramente, non vedo felicità in quello che sta succedendo nel mondo.”
    “ Oggi è una giornata speciale però, è la Vigilia di Natale, aru.”, gli sfiorò la spalla con una mano.
    “ Ma il dolore e le disgrazie non si fermano solo perché è la Vigilia.”, lo corresse Thailandia.
    “ Pensi ancora a quello che è successo, vero aru?”, mormorò Cina, diventando serio.
    L’uomo assentì, abbassando il capo come per la vergogna, mostrando quasi inconsciamente una cicatrice perlacea sul collo, indelebile segno lasciato sul suo corpo dallo tsunami.
    “ Non riesco a dimenticare neanche per un attimo quello che è successo anni fa...”, ammise.
    “ Lo so e ti capisco, aru.”, rispose comprensivo il cinese. “ Ma se non ti fai forza tu, chi può aiutare i tuoi connazionali, aru?”
    Thailandia non rispose, sapeva che Cina aveva ragione ma era così difficile.
    “ Dai.”, lo prese per mano, costringendolo ad alzarsi. “ Vieni a cantare un duetto con me al karaoke, aru. Taiwan e Vietnam lo stanno monopolizzando, aru.”
    “ Ma...”
    “ Niente ma Thailandia, ho bisogno di un compagno e tu sei quello libero, aru.”
    Un’ombra di un sorriso increspò le labbra dell’altro, non solo per la mezza infantilità di Yao, ma anche per quello che aveva appena sentito.
    “ Mi hai chiamato Thailandia.
    Shi. Prendilo come un mio regalo di Natale, aru.”, sghignazzò. “ Ma non prendertelo a vizio, d’accordo Siam, aru?”
    “ Sì.”, assentì lasciandosi trascinare verso il karaoke, mormorando un ringraziamento che, per via della musica troppo alta andò perso ma che, senza alcun dubbio, arrivò sicuramente nel cuore di Cina.
     
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